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Da Castellano, dove ci ritroviamo nei frequenti parcheggi d'intorno la chiesa, saliamo nel bel mezzo del paese, tralasciando di visitare (da fuori visto che è proprietà privata) il bel Castello. Dopo una piccola sosta al bar del paese (l'unico sembra) imbocchiamo la strada detta di Daiano che sfocia poi in un tratto di sentiero erboso che delimita per un tratto la strada. Al tornante proseguiamo diritti e ci inoltriamo per la stradina asfaltata che subito si apre in ampi paesaggi sulla sottostante Vallagarina e sui campi rigogliosi. Da un bivio prendiamo a sinistra e ci inoltriamo nel bosco. Dove c'era però il sentiero un torrente ne ha preso il posto e dobbiamo guadare con una corda che avevo nello zaino per ogni evenienza. Ripreso il sentiero saliamo verso la località Marcoiano (solo poche case sparse nel bosco) e, dopo un tratto che risale la strada asfaltata, arriviamo giusti giusti a mezzogiorno come prenotato alla Malga Cimana dei Presani (malga di Pedersano), gestita da tre ragazze che negli ultimi anni (Covid nonostante) hanno dato una svolta decisamente coinvolgente con verve, iniziative ed ottima cucina alla struttura, lasciata un po' andare nel passato. Dopo l'ottimo pranzo abbiamo salito la breve china che portava al magnifico panorama dello Sparaverom. Vallagarina, Finonchio, Pasubio, Carega, Stivo, Biaena ..."e lo sguardo si perde nella bellezza della natura e della giornata.
Scendiamo e risaliamo su sentiero per poi scendere decisamente su strada forestale per il lago di Cei. Arrivati sulla Provinciale pieghiamo a sinistra per pochi metri poi rientriamo a destra per intraprendere il semigiro del lago di Cei, che presto si rivela ai nostri occhi. La magia dei raggi solari che si ammirano nelle basse acque del lago ci ammalia ed un incontro estemporaneo ci dà l'occasione per una foto di gruppo (con sequel). Torniamo sulla provinciale per un breve tratto e deviamo presso il parcheggio sul sentiero che ci porta dapprima a Daiano (anche qui una località fittizia, con pochissime abitazioni). Ripercorriamo quindi un tratto del sentiero percorso al mattino fino a tornare a Castellano. Attraversiamo il parco e ci scopriamo ad ammirare l'antico maniero, tralasciato al mattino. Un colpo di fortuna ci fa incontrarne il proprietario , Claudio Miorandi, che ci introduce all'interno con l'amico Alberto buon cicerone. Dopo alcune foto dall'insolita location (privata e quindi chiusa al pubblico) salutiamo e ringraziamo il sig. Miorandi e torniamo alle nostre vetture. In tutto 17,5 chilometri in quasi sei ore, con 533 m. di dislivello. Una tranquilla passeggiata a mezzacosta della dorsale Bondone-Stivo.
Scendiamo e risaliamo su sentiero per poi scendere decisamente su strada forestale per il lago di Cei. Arrivati sulla Provinciale pieghiamo a sinistra per pochi metri poi rientriamo a destra per intraprendere il semigiro del lago di Cei, che presto si rivela ai nostri occhi. La magia dei raggi solari che si ammirano nelle basse acque del lago ci ammalia ed un incontro estemporaneo ci dà l'occasione per una foto di gruppo (con sequel). Torniamo sulla provinciale per un breve tratto e deviamo presso il parcheggio sul sentiero che ci porta dapprima a Daiano (anche qui una località fittizia, con pochissime abitazioni). Ripercorriamo quindi un tratto del sentiero percorso al mattino fino a tornare a Castellano. Attraversiamo il parco e ci scopriamo ad ammirare l'antico maniero, tralasciato al mattino. Un colpo di fortuna ci fa incontrarne il proprietario , Claudio Miorandi, che ci introduce all'interno con l'amico Alberto buon cicerone. Dopo alcune foto dall'insolita location (privata e quindi chiusa al pubblico) salutiamo e ringraziamo il sig. Miorandi e torniamo alle nostre vetture. In tutto 17,5 chilometri in quasi sei ore, con 533 m. di dislivello. Una tranquilla passeggiata a mezzacosta della dorsale Bondone-Stivo.
Da Castellano....
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San Martino
La chiesa di San Martino in Trasiel è posta sull'omonimo colle in una valletta parallela a quella di Cei, nel comune di Villa Lagarina. La valletta è detta Prà da l'Albi per la sua forma che assomiglia al troguolo, o albi, dove mangiano gli animali. Nella Valletta, sotto il colle della chiesa, fino al secolo scorso vi era un lago, di circa 2 ettari, detto lago di San Martino, ora è in gran parte prosciugato e si riforma nei periodi di grandi piogge. Il suo alveo è ora una zona umida molto utile per gli uccelli di passaggio. la chiesa di San Martino è considerata una delle più antiche chiese della zona.
Malga Cimana |
Immagina un tranquillo laghetto di montagna, immerso nella natura e circondato da boschi rigogliosi. Qui verrai in primavera, per ammirare il bosco che rinasce dopo il lungo in verno, tornerai in estate per scappare alla calura e goderti lo spettacolo dele ninfee adagiate sullo specchio d'acqua, lo adorerai in autunno, quando il bosco si accende di mille caldi colori e i riflessi rossi e gialli degli alberi si tuffano nell'acqua e lo apprezzerai in inverno, quando il silenzio del bosco imbiancato ti consentirà di immergerti nella pace di questi luoghi.
Il Lago di Cei è uno dei luoghi più amati della Vallagarina, a breve distanza da Rovereto, è l'ideale per una pausa nella natura, dopo aver visitato il centro storico e i musei della città.
Qui, al centro dell’area protetta di Pra dell’Albi–Cei, potrai visitare il centro visitatori e partecipare alle numerose attività organizzate per il periodo estivo
Questo itinerario lo abbiamo fatto nel corso dell'escursione di oggi ma scendendo dalla Malga verso il lago di Cei.
Il Lago di Cei è uno dei luoghi più amati della Vallagarina, a breve distanza da Rovereto, è l'ideale per una pausa nella natura, dopo aver visitato il centro storico e i musei della città.
Qui, al centro dell’area protetta di Pra dell’Albi–Cei, potrai visitare il centro visitatori e partecipare alle numerose attività organizzate per il periodo estivo
Questo itinerario lo abbiamo fatto nel corso dell'escursione di oggi ma scendendo dalla Malga verso il lago di Cei.
Lago di Cei
Il lago di Cei deve la sua origine ad una frana di grandi dimensioni che chiuse la piccola valle, ostruì il deflusso dell'acqua e così nacque il lago. Negli anni settanta, furono prelevati dai sommozzatori alcuni ceppi di alberi sul fondale del lago, l'analisi dei ceppi ha permesso di datare alla metà del Duecento la nascita del lago. Un grosso ceppo di faggio è visibile al museo di scienze naturali di Trento.
Anticamente tutta la conca era occupata da un unico lago, il cui nome sembra derivare dal gentilizio latino Cellius o Ceius che si è in gran parte prosciugato riducendosi a due piccoli laghetti assai vicini, il maggiore dei quali ha una superficie di 4,5 ettari e raggiunge una profondità di appena 13,50 m; qui dimorano lucci, tinche, anguille. L'imperatore del Sacro Romano Impero, Carlo V, ospite a Trento per alcuni giorni di Bernardo Clesio avrebbe partecipato ad una battuta di caccia nei boschi di Cei. Nel 1891 e 1892 l'arciduchessa Stephanie del Belgio vedova di Rodolfo d'Asburgo, figlio di Francesco Giuseppe Imperatore d'Austria e Re d'Ungheria, fu ospite per brevi periodi del conte Alberto Marzani e della moglie Georgina Appony nella loro villa di Dajano vicino a Cei e visitò il lago. Il 29 novembre 1897 è datata una lettera sottofirmata da Franz Joseph Österreicher (1848-1909) e indirizzata al signor Francesco de Probizer, nella quale l'imperatrice Sissi si degnava di far visita al Tirolo, l'amato paese, senza mancare di passare per la simpatica Valle di Cei e di essere ospitata nella villa di Francesco, Villa Maria de Probizer. Questa promessa dell'imperatrice non poté però realizzarsi: infatti Elisabetta, ammalata e in preda alla malinconia, trascorse l'inverno tra il 1897 e il 1898 sulla riviera francese e, 10 mesi più tardi (il 10 settembre 1898), cessò di vivere perché venne assassinata mentre con una dama di corte si stava dirigendo, in incognito, verso il battello che da Ginevra, l'avrebbe portata a Montreux in Svizzera.Durante la Grande Guerra fu istituito nella Valle di Cei un presidio militare austro-ungarico. La strada che da Castellano porta ad Aldeno fu inoltre utilizzata dall'Esercito imperiale come via di fuga durante la ritirata nel novembre 1918, mentre l'esercito italiano avanzava in Vallagarina. Gli austriaci non sapevano che in realtà gli italiani erano già arrivati ad Aldeno e stavano entrando a Trento. Durante la Seconda guerra mondiale la Valle di Cei fornì un rifugio a numerose popolazioni della valle in fuga dai bombardamenti alleati. Si svilupparono anche alcune attività partigiane nei boschi di Cei, spesso pattugliati, come si può leggere nei racconti o nei diari degli stessi sfollati, dalle SS della Gestapo. Nei boschi di Cei e nello stesso lago sono state rinvenute numerose armi e munizioni dell'Imperial regio esercito austro-ungarico, del periodo della Grande Guerra, e numerosi fucili e elmetti della Wehrmacht in ritirata verso la Germania nel 1945, al termine della seconda guerra mondiale.
Anticamente tutta la conca era occupata da un unico lago, il cui nome sembra derivare dal gentilizio latino Cellius o Ceius che si è in gran parte prosciugato riducendosi a due piccoli laghetti assai vicini, il maggiore dei quali ha una superficie di 4,5 ettari e raggiunge una profondità di appena 13,50 m; qui dimorano lucci, tinche, anguille. L'imperatore del Sacro Romano Impero, Carlo V, ospite a Trento per alcuni giorni di Bernardo Clesio avrebbe partecipato ad una battuta di caccia nei boschi di Cei. Nel 1891 e 1892 l'arciduchessa Stephanie del Belgio vedova di Rodolfo d'Asburgo, figlio di Francesco Giuseppe Imperatore d'Austria e Re d'Ungheria, fu ospite per brevi periodi del conte Alberto Marzani e della moglie Georgina Appony nella loro villa di Dajano vicino a Cei e visitò il lago. Il 29 novembre 1897 è datata una lettera sottofirmata da Franz Joseph Österreicher (1848-1909) e indirizzata al signor Francesco de Probizer, nella quale l'imperatrice Sissi si degnava di far visita al Tirolo, l'amato paese, senza mancare di passare per la simpatica Valle di Cei e di essere ospitata nella villa di Francesco, Villa Maria de Probizer. Questa promessa dell'imperatrice non poté però realizzarsi: infatti Elisabetta, ammalata e in preda alla malinconia, trascorse l'inverno tra il 1897 e il 1898 sulla riviera francese e, 10 mesi più tardi (il 10 settembre 1898), cessò di vivere perché venne assassinata mentre con una dama di corte si stava dirigendo, in incognito, verso il battello che da Ginevra, l'avrebbe portata a Montreux in Svizzera.Durante la Grande Guerra fu istituito nella Valle di Cei un presidio militare austro-ungarico. La strada che da Castellano porta ad Aldeno fu inoltre utilizzata dall'Esercito imperiale come via di fuga durante la ritirata nel novembre 1918, mentre l'esercito italiano avanzava in Vallagarina. Gli austriaci non sapevano che in realtà gli italiani erano già arrivati ad Aldeno e stavano entrando a Trento. Durante la Seconda guerra mondiale la Valle di Cei fornì un rifugio a numerose popolazioni della valle in fuga dai bombardamenti alleati. Si svilupparono anche alcune attività partigiane nei boschi di Cei, spesso pattugliati, come si può leggere nei racconti o nei diari degli stessi sfollati, dalle SS della Gestapo. Nei boschi di Cei e nello stesso lago sono state rinvenute numerose armi e munizioni dell'Imperial regio esercito austro-ungarico, del periodo della Grande Guerra, e numerosi fucili e elmetti della Wehrmacht in ritirata verso la Germania nel 1945, al termine della seconda guerra mondiale.
Castellano e il castello
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