Messner, il film
PODCAST-STORIA DELL'ALPINISMO (by Spotify)
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IL CASTELLO (video dal canale you tube della FONDAZIONE MUSEO STORICO DEL TRENTINO) 6 video
Alla fine della prima guerra mondiale, dopo l'annessione del Trentino all'Italia, fu costituito a Trento un comitato provvisorio di sostegno al progetto di un Museo del Risorgimento. Tale Museo, diretto da Bice Rizzi e di chiaro stampo patriottico, fu inaugurato nelle sale di Castelvecchio, all’interno del Castello del Buonconsiglio, il 29 giugno del 1923 e prese il nome di Museo trentino del Risorgimento.
Nel corso degli anni il Museo subì vari trasferimenti: inizialmente fu spostato dal primo al secondo piano di Castelvecchio, nel 1939 approdò nella Torre d'Augusto, mentre, dopo il bombardamento anglo-americano del 2 settembre 1943, le raccolte, per motivi di sicurezza, furono spostate a Sand in Taufers/Campo Tures (Bolzano).
Nel maggio del 1945 il Museo assunse la denominazione di Museo del Risorgimento e della lotta per la libertà; le raccolte si arricchirono di materiali relativi agli eventi più recenti della seconda guerra mondiale e con esse si ampliarono i campi di interesse espositivo e di ricerca. A questo momento risale anche l'adesione del Museo alla Rete nazionale degli istituti per la storia della Resistenza, partecipazione che prosegue ancora oggi.
A partire dagli anni settanta il Museo visse un periodo di incertezza rispetto alla sua collocazione. Dopo qualche anno di chiusura, nel 1985, fu inaugurata la nuova sede nelle cosiddette ex Marangonerie, edificio adiacente al corpo centrale del Castello stesso.
Dieci anni più tardi, nel 1995, il Museo assunse la denominazione di Museo storico in Trento e allargò ulteriormente le sue prospettive tematiche e territoriali.
Nel gennaio 2003 il Museo è uscito definitivamente dagli spazi del Castello del Buonconsiglio e ha trasferito la propria attività negli attuali locali di via Torre d’Augusto. Con la sua trasformazione in Fondazione ha inglobato e potenziato le precedenti aree di interesse del Museo storico in Trento che partecipa come socio fondatore alla Fondazione stessa.
Attraverso attività di studio, ricerca, formazione e divulgazione la Fondazione intende contribuire alla costruzione della storia del Trentino, nelle sue dimensioni istituzionali, sociali, economiche, culturali e territoriali, e alla valorizzazione del pluralismo culturale.
Nel corso degli anni il Museo subì vari trasferimenti: inizialmente fu spostato dal primo al secondo piano di Castelvecchio, nel 1939 approdò nella Torre d'Augusto, mentre, dopo il bombardamento anglo-americano del 2 settembre 1943, le raccolte, per motivi di sicurezza, furono spostate a Sand in Taufers/Campo Tures (Bolzano).
Nel maggio del 1945 il Museo assunse la denominazione di Museo del Risorgimento e della lotta per la libertà; le raccolte si arricchirono di materiali relativi agli eventi più recenti della seconda guerra mondiale e con esse si ampliarono i campi di interesse espositivo e di ricerca. A questo momento risale anche l'adesione del Museo alla Rete nazionale degli istituti per la storia della Resistenza, partecipazione che prosegue ancora oggi.
A partire dagli anni settanta il Museo visse un periodo di incertezza rispetto alla sua collocazione. Dopo qualche anno di chiusura, nel 1985, fu inaugurata la nuova sede nelle cosiddette ex Marangonerie, edificio adiacente al corpo centrale del Castello stesso.
Dieci anni più tardi, nel 1995, il Museo assunse la denominazione di Museo storico in Trento e allargò ulteriormente le sue prospettive tematiche e territoriali.
Nel gennaio 2003 il Museo è uscito definitivamente dagli spazi del Castello del Buonconsiglio e ha trasferito la propria attività negli attuali locali di via Torre d’Augusto. Con la sua trasformazione in Fondazione ha inglobato e potenziato le precedenti aree di interesse del Museo storico in Trento che partecipa come socio fondatore alla Fondazione stessa.
Attraverso attività di studio, ricerca, formazione e divulgazione la Fondazione intende contribuire alla costruzione della storia del Trentino, nelle sue dimensioni istituzionali, sociali, economiche, culturali e territoriali, e alla valorizzazione del pluralismo culturale.
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Le Dolomiti in Biblioteca
Il progetto è parte integrante della convenzione stipulata tra la Provincia Autonoma di Trento e la Società degli Alpinisti Tridentini (SAT). Quest’ultima, firmando la convenzione, già da diversi anni, si impegna in maniera continuativa nel promuovere e diffondere i valori intrinsechi al riconoscimento delle Dolomiti come Bene UNESCO.
Negli anni precedenti, presso la Biblioteca della Montagna – SAT, all’interno della “Casa della SAT”, era stato istituito il “Laboratorio Alpino e delle Dolomiti – Bene UNESCO”: un luogo liberamente e facilmente accessibile in cui si tenevano attività finalizzate a stimolare la partecipazione attiva e la presa di coscienza del valore delle Dolomiti – Bene UNESCO.
La finalità – nonché fondamenta della convenzione – è la diffusione e valorizzazione delle Dolomiti – Bene UNESCO.
Quest’anno però, a causa dell’emergenza sanitaria, essendo difficile, se non impossibile, realizzare eventi che coinvolgano direttamente il pubblico, si è optato per l’utilizzo dei canali social nella loro funzione di strumento divulgativo.
Il risultato sono una serie di brevi video che, attraverso il racconto di varie tematiche, prendendo spunto dai documenti conservati nel Fondo Dolomiti UNESCO della Biblioteca della Montagna-SAT, vogliono contribuire alla conoscenza e diffusione della valorizzazione, conservazione e promozione delle Dolomiti – Bene UNESCO.
Sono sei episodi a sé stanti, legati tra loro dallo stesso complesso Dolomitico, di cui si racconterà la storia attraverso vari punti di vista, partendo dalle origini, le prime ascensioni, passando per l’alpinismo femminile fino ad arrivare a oggi.
Delle Dolomiti, se ne è parlato tantissimo e se ne conosce ogni angolazione. Per questo motivo l’obiettivo, e desiderio, di questi episodi vuole essere quello di provare a raccontare questo stupendo complesso in un modo diverso, originale.
Non direttamente tra le montagne stesse, ma tra i libri e i documenti, beni inestimabili in quanto testimoni che conservano la storia dolomitica.
Il progetto è parte integrante della convenzione stipulata tra la Provincia Autonoma di Trento e la Società degli Alpinisti Tridentini (SAT). Quest’ultima, firmando la convenzione, già da diversi anni, si impegna in maniera continuativa nel promuovere e diffondere i valori intrinsechi al riconoscimento delle Dolomiti come Bene UNESCO.
Negli anni precedenti, presso la Biblioteca della Montagna – SAT, all’interno della “Casa della SAT”, era stato istituito il “Laboratorio Alpino e delle Dolomiti – Bene UNESCO”: un luogo liberamente e facilmente accessibile in cui si tenevano attività finalizzate a stimolare la partecipazione attiva e la presa di coscienza del valore delle Dolomiti – Bene UNESCO.
La finalità – nonché fondamenta della convenzione – è la diffusione e valorizzazione delle Dolomiti – Bene UNESCO.
Quest’anno però, a causa dell’emergenza sanitaria, essendo difficile, se non impossibile, realizzare eventi che coinvolgano direttamente il pubblico, si è optato per l’utilizzo dei canali social nella loro funzione di strumento divulgativo.
Il risultato sono una serie di brevi video che, attraverso il racconto di varie tematiche, prendendo spunto dai documenti conservati nel Fondo Dolomiti UNESCO della Biblioteca della Montagna-SAT, vogliono contribuire alla conoscenza e diffusione della valorizzazione, conservazione e promozione delle Dolomiti – Bene UNESCO.
Sono sei episodi a sé stanti, legati tra loro dallo stesso complesso Dolomitico, di cui si racconterà la storia attraverso vari punti di vista, partendo dalle origini, le prime ascensioni, passando per l’alpinismo femminile fino ad arrivare a oggi.
Delle Dolomiti, se ne è parlato tantissimo e se ne conosce ogni angolazione. Per questo motivo l’obiettivo, e desiderio, di questi episodi vuole essere quello di provare a raccontare questo stupendo complesso in un modo diverso, originale.
Non direttamente tra le montagne stesse, ma tra i libri e i documenti, beni inestimabili in quanto testimoni che conservano la storia dolomitica.
LE DOLOMITI IN BIBLIOTECA 01
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LE DOLOMITI IN BIBLIOTECA 02
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LE DOLOMITI IN BIBLIOTECA 03
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LE DOLOMITI IN BIBLIOTECA 04
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LE DOLOMITI IN BIBLIOTECA 05
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CIO' CHE NON SI PUO' DIRE- IL RACCONTO DEL CERMIS (IN 6 PARTI) DI PINO LOPERFIDO
CON ANDREA CASTELLI
Teatro di Cavalese, 2 febbraio 2002. Andrea Castelli in "Ciò che non si può dire - Il Racconto del Cermis", piece teatrale dello scrittore Pino Loperfido.
Il 3 febbraio 1998, un aereo Prowler della base militare U.S.A. di Aviano trancia di netto i cavi della funivia del Cermis; una cabina precipita nel vuoto causando la morte di tutte le venti persone che vi erano a bordo. Questa è la ricostruzione "teatrale" del disastro affidata ad un protagonista, il manovratore del vagoncino che saliva verso la stazione intermedia, che restò appeso nel vuoto per un tempo indefinito, prima che un elicottero, con una spericolata manovra, riuscisse a portarlo a terra. Il Cermis è ormai sinonimo di strage, ma è anche il paradigma della tenace volontà della gente di Cavalese di non restare schiacciata sotto un vagoncino, giallo o rosso che sia, né di essere appesa a quel filo tranciato un pomeriggio d'inverno da chi giocava a fare la guerra come davanti ad un videogame. "Ciò che non si può dire" è la riproposizione di un disastro come una tragedia portata sul proscenio da un protagonista che racconta ciò che ha vissuto. Perché non sia dimenticato. www.pinoloperfido.it
Il 3 febbraio 1998, un aereo Prowler della base militare U.S.A. di Aviano trancia di netto i cavi della funivia del Cermis; una cabina precipita nel vuoto causando la morte di tutte le venti persone che vi erano a bordo. Questa è la ricostruzione "teatrale" del disastro affidata ad un protagonista, il manovratore del vagoncino che saliva verso la stazione intermedia, che restò appeso nel vuoto per un tempo indefinito, prima che un elicottero, con una spericolata manovra, riuscisse a portarlo a terra. Il Cermis è ormai sinonimo di strage, ma è anche il paradigma della tenace volontà della gente di Cavalese di non restare schiacciata sotto un vagoncino, giallo o rosso che sia, né di essere appesa a quel filo tranciato un pomeriggio d'inverno da chi giocava a fare la guerra come davanti ad un videogame. "Ciò che non si può dire" è la riproposizione di un disastro come una tragedia portata sul proscenio da un protagonista che racconta ciò che ha vissuto. Perché non sia dimenticato. www.pinoloperfido.it
Salve a tutti. Consiglio di scaricare i video sui propri supporti digitali (PC, Tablet o Smartphone) e guardarseli con calma per averne una visione maggiormente fluente.
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TUTTO PANTANI |
La storia di Marco Pantani in 5 puntate
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La storia di Marco Pantani
Trentino oggi
Novembre '66
Alpini che ritornano
Ti ho incontrata domani
LA STORIA DEL MAYBE
Noi dolomiti unesco 1
NOI DOLOMITI UNESCO 2
NOI DOLOMITI UNESCO 3
NOI DOLOMITI UNESCO 4
NOI DOLOMITI UNESCO 5
NOI DOLOMITI UNESCO 6
NOI DOLOMITI UNESCO 7
NOI DOLOMITI UNESCO 8
NOI DOLOMITI UNESCO 9
NOI DOLOMITI UNESCO 10
NOI DOLOMITI UNESCO 11
NOI DOLOMITI UNESCO 12
NOI DOLOMITI UNESCO 13
NOI DOLOMITI UNESCO seconda stagione 01
NOI DOLOMITI UNESCO SECONDA STAGIONE 02
NOI DOLOMITI UNESCO SECONDA STAGIONE 03
NOI DOLOMITI UNESCO SECONDA STAGIONE 04
NOI DOLOMITI UNESCO SECONDA STAGIONE 05
i castelli del trentino
Breve video di introduzione al sito dedicato ai castelli del Trentino. Bellissimo!
trentino natura-la lupa delle dolomiti di brenta
TRENTINO NATURA-la tana dell'orso bruno
trentino natura-l'orso bruno
Trentino natura-Le peonie di fai della paganella
Trentino natura-i segreti delLe formiche rosse
Oltre l'orizzonte
Meraviglioso elogio alla montagna ed al suo significato, aldilà della sfida con se' stessi. L'ho ritrovato nel computer ma si vede Bonatti all'interno. Probabilmente è suo, almeno il testo. Le riprese sono meravigliose.
Quel che resta...
Videoracconto sulla Montecatini (ex Alumetal) di Mori, e sul suo archivio documentale, riordinato ed inventariato dalla Biblioteca civica "Tartarotti" di Rovereto, grazie anche al contributo della Fondazione CARITRO. L'intervento è stato realizzato in due fasi: una prima elencazione dettagliata nel 2012 (a cura di Isabella Bolognesi) seguita dalle operazioni di riordino e inventariazione definitive (curate da ArCoop nel 2015). Entrambi gli interventi sono stati realizzati con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto. L'archivio è stato inventariato in AST (Archivi Storici del Trentino) ed è consultabile on line: https://www.cultura.trentino.it/archi... Ulteriori informazioni sul sito della Biblitoteca alla pagnina http://www.bibliotecacivica.rovereto....
Ritorni (estratto)
Presentato all'interno del progetto realizzato della Rete Trentino Grande Guerra "Paesaggi di guerra" e prodotto dalla Fondazione Museo storico del Trentino, il video Ritorni si compone di un montaggio delle foto esposte in mostra accompagnate da brani di diari e memorie di soldati e profughi che descrivono i drammatici momenti del rientro al paese: l’amara sorpresa, la sofferenza, la delusione di chi rientra nella propria casa dopo anni di esilio o di guerra e trova il proprio mondo completamente stravolto.
Sopra ve ne presentiamo un estratto.
Sopra ve ne presentiamo un estratto.