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RIVA DEL GARDA
Appartenne da tempi remoti al Principato Vescovile di Trento, come dimostrano i documenti del 1124, con cui il Principe vescovo Altemanno concede agli uomini di Riva la facoltà di costruirsi un castello, riservati i diritti di signoria al vescovo e, del 1155, con cui vengono fissati i tributi, gli oneri e le prestazioni dovute dai rivani al Vescovo. Nel 1349 il vescovo di Trento Giovanni da Pistoia vendette Riva e i luoghi circonvicini a Mastino della Scala, signore di Verona. Dal 1387 al 1404 passò ai Visconti di Milano. Nel 1404 il principe vescovo Giorgio di Lichtenstein riscattò Riva da Francesco da Carrara, allora signore di Verona. Da quella data e fino al 1440 fu occupata in fasi alterne dai Conti del Tirolo e dai Visconti, fino ad entrare in possesso, stabilmente fino al 1509, della Repubblica di Venezia. Nuovamente occupata dalle truppe vescovili e imperiali, nel 1521 l'imperatore Carlo V la cedette al Principe Vescovo Bernardo Clesio. Rimase territorio vescovile fino alla secolarizzazione di questo. Riva del Garda subì nel 1703 la devastazione dei Francesi del generale Vendòme, durante la guerra di successione spagnola. Nel 1796 fu occupata dalle truppe napoleoniche, nel 1803 fu annessa al Tirolo; dal 1806 al 1809 passò sotto il regno di Baviera e nel 1810 fece parte dei territori del napoleonico Regno d'Italia. Nel 1814, con il ritorno sotto la giurisdizione imperiale austriaca fu sede di Giudizio distrettuale, Commissariato e Pretura, diventando sede di Capitanato distrettuale (1868), competente sui territori di Arco e della Val di Ledro fino all'annessione al Regno d'Italia (1923).
Riva è una città mercantile di antica tradizione e assurse a importanza turistica internazionale nella seconda metà del secolo scorso quando fu riscoperta, per il suo clima e le sue bellezze ambientali, dall'élite mitteleuropea. Già nel 1824 si diede inizio ad un regolare servizio di navigazione sul lago con scalo a Riva e Peschiera. Nel 1891 una linea ferroviaria secondaria la collegò a Mori alla linea ferroviaria del Brennero. A cavallo del secolo la cittadina altogardesana fu luogo di soggiorno di celebri personaggi della cultura. Franz KAFKA (nel 1909 e nel 1913) e i fratelli Thomas e Heinrich MANN (1902) trovarono ospitalità in un celebre "SANATORIUM" (centro di cura e soggiorno per il metodo Kneipp) gestito dalla famiglia di medici von Hartungen.
Nel secondo dopoguerra si è assistito al rilancio turistico lacustre su modello adriatico, che ha fatto del territorio rivano uno dei principali poli turistici e insediativi del Trentino, ma nello stesso tempo ha causato dissesti al patrimonio paesaggistico-culturale
Da: Aldo Gorfer, Le Valli del Trentino.Trentino occidentale, II ed., Calliano (TN), Manfrini, 1975, p. 224
Appartenne da tempi remoti al Principato Vescovile di Trento, come dimostrano i documenti del 1124, con cui il Principe vescovo Altemanno concede agli uomini di Riva la facoltà di costruirsi un castello, riservati i diritti di signoria al vescovo e, del 1155, con cui vengono fissati i tributi, gli oneri e le prestazioni dovute dai rivani al Vescovo. Nel 1349 il vescovo di Trento Giovanni da Pistoia vendette Riva e i luoghi circonvicini a Mastino della Scala, signore di Verona. Dal 1387 al 1404 passò ai Visconti di Milano. Nel 1404 il principe vescovo Giorgio di Lichtenstein riscattò Riva da Francesco da Carrara, allora signore di Verona. Da quella data e fino al 1440 fu occupata in fasi alterne dai Conti del Tirolo e dai Visconti, fino ad entrare in possesso, stabilmente fino al 1509, della Repubblica di Venezia. Nuovamente occupata dalle truppe vescovili e imperiali, nel 1521 l'imperatore Carlo V la cedette al Principe Vescovo Bernardo Clesio. Rimase territorio vescovile fino alla secolarizzazione di questo. Riva del Garda subì nel 1703 la devastazione dei Francesi del generale Vendòme, durante la guerra di successione spagnola. Nel 1796 fu occupata dalle truppe napoleoniche, nel 1803 fu annessa al Tirolo; dal 1806 al 1809 passò sotto il regno di Baviera e nel 1810 fece parte dei territori del napoleonico Regno d'Italia. Nel 1814, con il ritorno sotto la giurisdizione imperiale austriaca fu sede di Giudizio distrettuale, Commissariato e Pretura, diventando sede di Capitanato distrettuale (1868), competente sui territori di Arco e della Val di Ledro fino all'annessione al Regno d'Italia (1923).
Riva è una città mercantile di antica tradizione e assurse a importanza turistica internazionale nella seconda metà del secolo scorso quando fu riscoperta, per il suo clima e le sue bellezze ambientali, dall'élite mitteleuropea. Già nel 1824 si diede inizio ad un regolare servizio di navigazione sul lago con scalo a Riva e Peschiera. Nel 1891 una linea ferroviaria secondaria la collegò a Mori alla linea ferroviaria del Brennero. A cavallo del secolo la cittadina altogardesana fu luogo di soggiorno di celebri personaggi della cultura. Franz KAFKA (nel 1909 e nel 1913) e i fratelli Thomas e Heinrich MANN (1902) trovarono ospitalità in un celebre "SANATORIUM" (centro di cura e soggiorno per il metodo Kneipp) gestito dalla famiglia di medici von Hartungen.
Nel secondo dopoguerra si è assistito al rilancio turistico lacustre su modello adriatico, che ha fatto del territorio rivano uno dei principali poli turistici e insediativi del Trentino, ma nello stesso tempo ha causato dissesti al patrimonio paesaggistico-culturale
Da: Aldo Gorfer, Le Valli del Trentino.Trentino occidentale, II ed., Calliano (TN), Manfrini, 1975, p. 224
CHIESA DI s.MADDALENA
Raccolta in un angolo tranquillo e panoramico sopra la città e affiancata da ciò che rimane di un porticato e di un eremo, è probabilmente molto antica, dato che fu dotata delle reliquie di sant'Eusebio, uno dei fondatori del monachesimo occidentale. Dopo che nel Quattrocento fu lasciata in uno stato di degrado, dal Seicento fu abitata da eremiti che ne ebbero cura e vi rimasero fino all'Ottocento. Nel 1550 ad esempio vi soggiornò Giorgio Rioli, detto Siculo, eretico condannato a morte a Ferrara e autore di un'opera dedicata ai cittadini di Riva di Trento.
L'interno della chiesa è abbastanza ben conservato, con un'aula unica ed un altare del Settecento.
L'interno della chiesa è abbastanza ben conservato, con un'aula unica ed un altare del Settecento.
Storia degli scavi
Paolo Orsi nel 1880 riferiva del ritrovamento, tra il paese di Pranzo e la frazione di Campi, di alcuni oggetti tra cui un capitello di colonna. Ottone Brentari, nella Guida del Trentino del 1902, riportava ”… sul monte S. Martino sono rovine che la tradizione locale dice romane e appartenenti ad un tempio”. Giacomo Roberti nel 1924 dava notizia dell’acquisto da parte del Museo Civico di Trento di un bronzetto, raffigurante Apollo, che sarebbe stato trovato “sul monte Englo presso Riva”. La zona, un tempo adibita a pascolo e a coltivazioni, era occupata da una fitta boscaglia e non conservava tracce di ruderi visibili. Nel 1969 venne però notata la presenza di numerosi frammenti di tegole e coppi di epoca romana e nell’estate di quell’anno iniziarono gli scavi da parte di un gruppo di appassionati del paese di Pranzo, guidati da Arrigo Guella e da Cesare Dongilli. Fino al 1975 la Soprintendenza alle Antichità delle Venezie diede precise direttive per lo svolgimento dei lavori, il sito passò poi sotto la tutela della Provincia autonoma di Trento che, negli anni successivi fino al 1979, completò le ricerche nell’area del santuario. Dopo un lungo periodo di sospensione, dal 1996 sono riprese le indagini sistematiche, con lo svolgimento di campagne di scavo che prevedono il coinvolgimento di studenti provenienti da varie università. Attualmente le ricerche stanno interessando principalmente la zona a valle del santuario, dove si trovano l’insediamento tardoantico e la chiesa.
Paolo Orsi nel 1880 riferiva del ritrovamento, tra il paese di Pranzo e la frazione di Campi, di alcuni oggetti tra cui un capitello di colonna. Ottone Brentari, nella Guida del Trentino del 1902, riportava ”… sul monte S. Martino sono rovine che la tradizione locale dice romane e appartenenti ad un tempio”. Giacomo Roberti nel 1924 dava notizia dell’acquisto da parte del Museo Civico di Trento di un bronzetto, raffigurante Apollo, che sarebbe stato trovato “sul monte Englo presso Riva”. La zona, un tempo adibita a pascolo e a coltivazioni, era occupata da una fitta boscaglia e non conservava tracce di ruderi visibili. Nel 1969 venne però notata la presenza di numerosi frammenti di tegole e coppi di epoca romana e nell’estate di quell’anno iniziarono gli scavi da parte di un gruppo di appassionati del paese di Pranzo, guidati da Arrigo Guella e da Cesare Dongilli. Fino al 1975 la Soprintendenza alle Antichità delle Venezie diede precise direttive per lo svolgimento dei lavori, il sito passò poi sotto la tutela della Provincia autonoma di Trento che, negli anni successivi fino al 1979, completò le ricerche nell’area del santuario. Dopo un lungo periodo di sospensione, dal 1996 sono riprese le indagini sistematiche, con lo svolgimento di campagne di scavo che prevedono il coinvolgimento di studenti provenienti da varie università. Attualmente le ricerche stanno interessando principalmente la zona a valle del santuario, dove si trovano l’insediamento tardoantico e la chiesa.