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Dal parcheggio della Località Compi che in inverno serve gli impianti sciistici, dopo il caffè di rito, risaliamo per un tratto la pista e cerchiamo di salire la cima Storta dove però probabilmente bisognava salire dalla parte opposta. Poco male continuiamo la nostra ascesa verso la non lontana Cima Panarotta che raggiungiamo ammirando i resti delle trincee risalenti la prima guerra mondiale, un po' meno le numerose antenne al suo apice. Quando si arriva per la prima volta su di una cima vi si vorrebbe rimanere per un periodo che la faccia sentire tua in qualche modo ma , guardandovi le ardite costruzioni in acciaio, l'addio (arrivederci) è sicuramente più lieve. Ad ogni salita però corrisponde una discesa e la nostra è ben lungi dall'essere conclusiva. Con gamba ancora in auge dalla quota di 1834 m. de La Bassa, ricominciamo a salire verso la vera meta della giornata, il Fravort-Hoabonti a q. 2345. Prima però ne saggiamo l'anticima, subito sopra quota 2000 (2036 per la precisione), il Fravort Sud. Scendiamo poi (di pochissimo) e riprendiamo la salita verso la vetta che raggiungiamo dopo circa 2 h. e mezza dalla partenza. Vi ci fermiamo a mangiare il pranzo al sacco, insieme ad un gruppo di escursionisti veneti e ad altre persone. Dopo il desinare e il dovuto ammiro del maestoso panorama, scendiamo fino alla sottostante Forcella Fravort da dove prendiamo a girare attorno alle due cime dell'Oscivart e dello Jechl, molto vicini e simili al Fravort come conformazione geologica ma raggiungibili solo da altro sentiero. Su sentiero largo e comodo ma che ogni tanto mostra i caratteristici segni dell'erosione del territorio, torniamo dapprima alla Bassa e poi, su carrozzabile, allo Chalet Panarotta, per la birra di rito che conclude l'escursione. In tutto dunque 16 km. in circa 6 ore e mezzo con 770 m. di dislivello.
In ultimo un tramonto che non abbiamo visto ma che è troppo bello...