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Da Lavis, parcheggio della nuova Trento-Malè, andiamo fino alla centrale Piazza Grazioli e saliamo poi lungo via dei Colli e lungo la provinciale della Valle di Cembra. Al primo tornante saliamo la scaletta a sinistra giungendo, dopo una erta salita, al Maso Franch di cui possiamo apprezzare il servizio bar. Continuiamo ad affiancare la strada nella parte interna salendo poi, con notevole fatica dato il gran caldo e la pendenza, fino alle porte di Palù di Giovo, alla cui fontana rinnoviamo le scorte d'acqua. Proseguiamo ancora in salita dopo aver attraversato il paese e giungiamo a Ville di Giovo, dove si ammira la bellissima Torre della Rosa, antiche vestigia di nobiltà rurale. Da qui saliamo ancora per circa un'ora ed arriviamo, dopo aver preso a sinistra ad un bivio, finalmente al Monte Corona che ci ha fatto sudare i suoi 1006 m. di quota. Bel panorama sulla valle di Cembra e sul Lagorai poco oltre. Dopo la sosta pranzo si scende attraverso il bosco giungendo alla località Serci e proseguendo poi lungo gli evidenti cartelli della SAT (s.464). Ripercorriamo, dopo vari punti panoramici, un pezzo della salita fatta all'andata, stavolta in discesa e concludiamo la giornata con un ottimo gelato alla stupenda Gelateria Serafini di Lavis prima di riprenderci la macchina al parcheggio della stazione della Trento Malè.
La ChiesettaL' edificio si presenta nuovo dopo i lavori di restauro eseguiti dalla Provincia Autonoma di Trento nell'estate del 1984. Vennero consolidate le strutture murarie, fu rifatto l'avvolto e il tetto in scandole. E un antico tassello della religiosità cermbrana che viene salvato dalla distruzione e che potrà avere qualche prospettiva, non solo paesaggistica, per la bella abside poligonale dalle luminose finestre gotiche in arenaria.
Le prime notizie sulla zona di San Giorgio risalgono al 1244; quelle relative alla cappella al 1309. L'attuale edificio sembra risalire, secondo il parere di p.
Remo Stenico, alla seconda metà del 1400 e la consacrazione al 1483. La chiesetta è ricordata nei verbali delle visite pastorali a partire dal 1537 e da
quei documenti, in particolare da quello del 1710, si viene a sapere che oltre all'altare del Santo ve ne era uno consacrato dedicato alla Madonna.
La Messa vi era celebrata raramente, ogni anno vi con- venivano processioni votive da Meano, da Cembra, da Segonzano, per invocare la protezione del
Santo contro le gelate, le brinate e gli insetti Dimorarono presso la chiesetta, per oltre un secolo, di versi eremiti; uno venne ucciso dalle persone che
ospitava e l'ultimo dovette allontanarsi nel 1782, in forza delle leggi di Giuseppe II d'Austria che abolivano le chiese votive e i romitori.
Le prime notizie sulla zona di San Giorgio risalgono al 1244; quelle relative alla cappella al 1309. L'attuale edificio sembra risalire, secondo il parere di p.
Remo Stenico, alla seconda metà del 1400 e la consacrazione al 1483. La chiesetta è ricordata nei verbali delle visite pastorali a partire dal 1537 e da
quei documenti, in particolare da quello del 1710, si viene a sapere che oltre all'altare del Santo ve ne era uno consacrato dedicato alla Madonna.
La Messa vi era celebrata raramente, ogni anno vi con- venivano processioni votive da Meano, da Cembra, da Segonzano, per invocare la protezione del
Santo contro le gelate, le brinate e gli insetti Dimorarono presso la chiesetta, per oltre un secolo, di versi eremiti; uno venne ucciso dalle persone che
ospitava e l'ultimo dovette allontanarsi nel 1782, in forza delle leggi di Giuseppe II d'Austria che abolivano le chiese votive e i romitori.
Il Castello di Giovo è situato a circa 680 metri sul livello del mare.E’ posto su un dolce pendio circondato da prati , rivolto verso la vallata dell’Adige, che scorge in lontananza guardando verso Verla e Palù. La strada che collega il castello con il paese di Verla s'innesta con quella che passa accanto alla vecchia chiesa di s.Maria di Giovo, detta anche strada Piovecia, cioè strada della pieve vecchia ed era l’unica strada di comunicazione tra Verla e Ville. Il castello possedeva all’epoca due torri, giardino,pozzo,edifici e il palazzo. Una delle due torri tuttora nelle sue dimensioni originali è alta circa 24 metri e risale al XIV secolo.Ha cinque piani il primo ha il pavimento in legno,il secondo,il terzo e il quarto sono divisi da avvolti in muratura e il quinto ha il pavimento in legno.E’ possibile passare da un piano all’altro mediante una scala mobile in ferro attraverso le botole ricavate nei soffitti. Il materiale di costruzione utilizzato è porfido e pietra arenaria giallastra. La torre è orientata a Sud-Ovest Nord-Est quindi durante il giorno tutte e quattro le pareti sono illuminate dal sole. Alla base la torre misura 5,50 metri per 5,63 metri. La seconda torre è alta circa dieci metri situata all’estremo Nord-Est e in epoca congiunta con il palazzo. Nel cortile vi è un pozzo profondo all’origine circa tre metri con sopra una lastra bucata nel centro dove vi era poggiato il verricello per attingerci all’acqua mediante un secchio, Su una mappa del 1795 è segnato un pozzo anche in fondo al giardino del castello,pozzo tuttora sfruttato. Il giardino era posto davanti al castello separato dalla strada questo misurava circa 1.740 metri quadrati dove vi erano viti ed era circondato da un muro. Gli edifici che congiungevano le due torri e che chiudevano il cortile interno del castello detta la cort, sono crollati a partire dal XVIII secolo (invasione dei francesi). La costruzione del palazzo risale all’incirca al XV secolo un elemento sono le finestre a croce guelfa. Il muro esterno del palazzo quello che sta sulla strada ha uno spessore di 1,40 metri. L’attuale scala esterna che porta al primo piano del palazzo è stata costruita all’inizio di questo secolo.