Dalla piccola piazzola con la fontanella delle "Scotinere" a fianco del Campiello del Trivio, potete avviarvi lungo un interessante percorso escursionistico che porta fino a Terragnolo, attraverso un itinerario fatto di antichi sentieri e mulattiere che si snodano in un ambiente tra i più interessanti della Vallagarina. Potrete così apprezzare le notevoli bellezze naturali e paesaggistiche di una valle ancora selvaggia e incontaminata e provare nel contempo quella fatica che quasi quotidianamente le donne di Terragnolo, fino agli Cinquanta del secolo scorso, provavano nel risalire verso casa, dopo aver venduto in città i prodotti della loro terra, legna, patate, funghi, ciliegie, uova, fiori e particolarmente il latte. A queste donne, umili e forti, è dedicato questo itinerario che vuole anche simboleggiare quel cordone ombelicale che univa Terragnolo a Rovereto tramite attività di piccoli commerci indispensabile per integrare i magri bilanci familiari. Un incontro tra valle e città.Il percorso si sviluppa attraversando agglomerati rurali, paesaggi terrazzati, ambienti che solo camminando possono svelare sorprese incredibili quali fiori di rara bellezza, animali, muretti a secco particolari, respirare il contatto con la natura. Il percorso, punteggiato da 6 bacheche informative e 12 punti informativi telematici, per un lungo tratto coincide con l'antica mulattiera in parte realizzata ed ampliata dal principe Eugenio di Savoia nel 1701, la cosiddetta “strada vecia dei Teragnoi”. Ritorno in parte sullo stesso tragitto fino ad imboccare il sentiero delle Cesure oppure si scende da Piazza per prendere il sentiero delle Cesure.
A Rovereto. Dallo stadio Quercia, al Mart, al caffè Bontadi. Poi la vera partenza, la fontanella delle Scotinere
Lungo il sentiero si assapora il gusto dei piccoli paesi che compongono lo sfaccettato mondo del comune sparso di Terragnolo. Noriglio e la sua chiesa
Ancor lapidi che raccontano il passato. Poi il monumento alle coraggiose donne della valle.
Invece di arrivare fino a Piazza, affrontando altri 3 chilometri d'asfalto, ci fermiamo a Valduga dove ci immergiamo in un mondo antico, fatto di case semiabbandonate ed antiche vie.
Sosta al Sas dei Morti, sul sentiero della Cesura, dove si attardavano i becchini diretti a Rovereto per officiare il cadavere di qualche paesano.
Grazie a Emanuela, Sonia, Elisabetta, Roberta, Roberto e soprattutto Agatino per aver accompagnato i miei passi