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Lago di Caldonazzo
Il Lago di Caldonazzo è il più vasto specchio d’acqua della Valsugana, il più grande lago appartenente interamente al Trentino e l’unico della zona in cui è permessa la pratica dello sci nautico.
Grazie alla sua posizione (450 metri slm), il Lago di Caldonazzo è uno tra i laghi più caldi del Sud Europa (come anche il Lago di Levico, a pochi chilometri di distanza).
Si estende per oltre 5 chilometri quadrati ed ha una profondità media di 26,5 metri (profondità massima: 49 metri). Grazie alle condizioni climatiche favorevoli, il lago è balneabile normalmente già dagli inizi del mese di maggio fino alla fine del mese di settembre.
Anche quest'anno le spiagge del Lago di Caldonazzo (S. Cristoforo-Pergine Valsugana, Calceranica, Caldonazzo, Tenna) hanno visto riconfermato il riconoscimento della Bandiera Blu della FEE (Foundation for Environmental Education), premio internazionale che premia le acque e le politiche ecosostenibili.
Lungo le rive del lago sono presenti numerose spiagge libere e degli stabilimenti balneari attrezzati e dotati di bar, sala giochi e aree per bambini.. Non mancano poi i locali ed i ristoranti che animano le serate estive con buona cucina, musica e divertimento. Da non perdere lo spettacolo di fuochi d’artificio sparati sul lago, organizzato tradizionalmente a Ferragosto.
Sulle sue sponde si trovano i paesi di Caldonazzo, Calceranica Al Lago, la frazione San Cristoforo al Lago (comune di Pergine Valsugana) e Tenna. In queste località il viaggiatore può trovare diverse soluzioni di alloggio per trascorrere le proprie vacanze sul lago: dagli hotel agli appartamenti per vacanze, dai campeggi attrezzati ai bed and breakfast, dagli agriturismo agli affittacamere.
Il Lago di Caldonazzo si presenta come il paradiso degli sport acquatici in Trentino: è possibile praticare numerosi sport come lo sci nautico, la barca a vela (anche per portatori di handicap), il nuoto, il windsurf e la canoa.
Durante la stagione estiva vengono organizzati numerosi eventi sportivi che portano in Valsugana atleti e spettatori nazionali ed internazionali. Tra le manifestazioni sicuramente da ricordare le gare tra le imbarcazioni “Dragonboat”, le gare di nuoto mezzofondo, le regate organizzate dalle associazioni locali, e le Finali Nazionali di Canoa Giovani che si tengono a settembre.
Anche la pesca è uno sport molto praticato sul Lago di Caldonazzo, famoso soprattutto per la pesca al coregone.
A San Cristoforo, sulle rive del Lago di Caldonazzo, è stata istituita una "Bau Beach". Gli amici a quattro zampe avranno quindi a loro disposizione uno spazio adeguato. Sia a terra che in acqua è obbligatorio l'utilizzo del guinzaglio. La spiaggia per cani è identificata da apposita segnaletica.
Grazie alla sua posizione (450 metri slm), il Lago di Caldonazzo è uno tra i laghi più caldi del Sud Europa (come anche il Lago di Levico, a pochi chilometri di distanza).
Si estende per oltre 5 chilometri quadrati ed ha una profondità media di 26,5 metri (profondità massima: 49 metri). Grazie alle condizioni climatiche favorevoli, il lago è balneabile normalmente già dagli inizi del mese di maggio fino alla fine del mese di settembre.
Anche quest'anno le spiagge del Lago di Caldonazzo (S. Cristoforo-Pergine Valsugana, Calceranica, Caldonazzo, Tenna) hanno visto riconfermato il riconoscimento della Bandiera Blu della FEE (Foundation for Environmental Education), premio internazionale che premia le acque e le politiche ecosostenibili.
Lungo le rive del lago sono presenti numerose spiagge libere e degli stabilimenti balneari attrezzati e dotati di bar, sala giochi e aree per bambini.. Non mancano poi i locali ed i ristoranti che animano le serate estive con buona cucina, musica e divertimento. Da non perdere lo spettacolo di fuochi d’artificio sparati sul lago, organizzato tradizionalmente a Ferragosto.
Sulle sue sponde si trovano i paesi di Caldonazzo, Calceranica Al Lago, la frazione San Cristoforo al Lago (comune di Pergine Valsugana) e Tenna. In queste località il viaggiatore può trovare diverse soluzioni di alloggio per trascorrere le proprie vacanze sul lago: dagli hotel agli appartamenti per vacanze, dai campeggi attrezzati ai bed and breakfast, dagli agriturismo agli affittacamere.
Il Lago di Caldonazzo si presenta come il paradiso degli sport acquatici in Trentino: è possibile praticare numerosi sport come lo sci nautico, la barca a vela (anche per portatori di handicap), il nuoto, il windsurf e la canoa.
Durante la stagione estiva vengono organizzati numerosi eventi sportivi che portano in Valsugana atleti e spettatori nazionali ed internazionali. Tra le manifestazioni sicuramente da ricordare le gare tra le imbarcazioni “Dragonboat”, le gare di nuoto mezzofondo, le regate organizzate dalle associazioni locali, e le Finali Nazionali di Canoa Giovani che si tengono a settembre.
Anche la pesca è uno sport molto praticato sul Lago di Caldonazzo, famoso soprattutto per la pesca al coregone.
A San Cristoforo, sulle rive del Lago di Caldonazzo, è stata istituita una "Bau Beach". Gli amici a quattro zampe avranno quindi a loro disposizione uno spazio adeguato. Sia a terra che in acqua è obbligatorio l'utilizzo del guinzaglio. La spiaggia per cani è identificata da apposita segnaletica.
Forte di Tenna
Sorge sulla collina di Tenna che divide il Lago di Levico da quello di Caldonazzo.
Fu costruito tra il 1880 e il 1882 e con il forte gemello di Colle delle Benne, a nord-est, costituiva -secondo il consolidato schema militare austriaco- la chiusura a tenaglia della Valsugana e riusciva a coprire anche la piana verso Caldonazzo.
Dal Forte di Tenna si controllava pure l’accesso alla strada di Monterovere, che portava alle fortificazioni situate a Lavarone e sull’Altipiano di Vezzena. Serviva inoltre da collegamento fra il Forte del Pizzo ed il Comando Supremo di Trento. Fu dimesso dal Demanio Militare Italiano nel 1931.
E’ un ‘opera a pianta quadrangolare, realizzata con pietre metamorfiche estratte in una cava in località Valle dell’Orco sulla collina di Tenna: da qui furono trasportate con barconi lungo le sponde del Lago di Levico e trasferite con una funicolare sul posto. Il manufatto era articolato su due piani: al piano terra le cucine ed al piano rialzato le camerate.
Sopra i due piani, una terrazza di 400 mq veniva utilizzata per la raccolta dell’acqua piovana e con la sua pavimentazione preservava dall’umidità i locali sottostanti.
Le finestre di grandi dimensioni assicuravano una buona ventilazione, necessaria durante gli spari delle artiglierie e per difendersi dai nemici vennero costruiti 5 costoloni. La facciata nord, unica nel suo genere, presentava infatti 5 semicolonne di forma ellittica aventi un’altezza di 7 metri e larghezza di 1,60, queste fungevano inoltre da contrafforti per scaricare il peso della struttura sul terreno.
La fortezza, grazie ai contributi provinciali è stata sottoposta a restauro a partire dal 2009.
E’ stata inaugurata il 18 agosto 2012; mentre sono ancora in via di definizione gli accordi per la gestione e l’apertura del forte al pubblico.
Come raggiungerlo: si raggiunge a piedi in 10-15 minuti partendo da piazza San Rocco a Tenna e percorrendo via Roma e via San Valentino.
Per approfondire:
Leonardo Malatesta, Lo sbarramento austriaco della Valsugana : dai forti dell'800 allo Sperre Grigno, Salò (BS), Museo storico del Nastro Azzurro, 2012
G. P. Sciocchetti, Le fortificazioni austriache dell’Alta Valsugana – Lo sabbaramentoi di Tenna, in Tenna cenni storici, A.V. , Ed. Associazione “Amici della Storia”, Pergine, 1993, pp. 375-416.
“Forte unito a miniere e Sicconi” in L’Adige, 28 marzo 2012, p. 39
Fu costruito tra il 1880 e il 1882 e con il forte gemello di Colle delle Benne, a nord-est, costituiva -secondo il consolidato schema militare austriaco- la chiusura a tenaglia della Valsugana e riusciva a coprire anche la piana verso Caldonazzo.
Dal Forte di Tenna si controllava pure l’accesso alla strada di Monterovere, che portava alle fortificazioni situate a Lavarone e sull’Altipiano di Vezzena. Serviva inoltre da collegamento fra il Forte del Pizzo ed il Comando Supremo di Trento. Fu dimesso dal Demanio Militare Italiano nel 1931.
E’ un ‘opera a pianta quadrangolare, realizzata con pietre metamorfiche estratte in una cava in località Valle dell’Orco sulla collina di Tenna: da qui furono trasportate con barconi lungo le sponde del Lago di Levico e trasferite con una funicolare sul posto. Il manufatto era articolato su due piani: al piano terra le cucine ed al piano rialzato le camerate.
Sopra i due piani, una terrazza di 400 mq veniva utilizzata per la raccolta dell’acqua piovana e con la sua pavimentazione preservava dall’umidità i locali sottostanti.
Le finestre di grandi dimensioni assicuravano una buona ventilazione, necessaria durante gli spari delle artiglierie e per difendersi dai nemici vennero costruiti 5 costoloni. La facciata nord, unica nel suo genere, presentava infatti 5 semicolonne di forma ellittica aventi un’altezza di 7 metri e larghezza di 1,60, queste fungevano inoltre da contrafforti per scaricare il peso della struttura sul terreno.
La fortezza, grazie ai contributi provinciali è stata sottoposta a restauro a partire dal 2009.
E’ stata inaugurata il 18 agosto 2012; mentre sono ancora in via di definizione gli accordi per la gestione e l’apertura del forte al pubblico.
Come raggiungerlo: si raggiunge a piedi in 10-15 minuti partendo da piazza San Rocco a Tenna e percorrendo via Roma e via San Valentino.
Per approfondire:
Leonardo Malatesta, Lo sbarramento austriaco della Valsugana : dai forti dell'800 allo Sperre Grigno, Salò (BS), Museo storico del Nastro Azzurro, 2012
G. P. Sciocchetti, Le fortificazioni austriache dell’Alta Valsugana – Lo sabbaramentoi di Tenna, in Tenna cenni storici, A.V. , Ed. Associazione “Amici della Storia”, Pergine, 1993, pp. 375-416.
“Forte unito a miniere e Sicconi” in L’Adige, 28 marzo 2012, p. 39
Chiesa di S.Valentino
Situata sul Colle di Brenta (m. 579), pare sia stata costruita ancor prima del 1259 come si deduce da un documento del Vescovo di Trento Egnone.
Il piccolo santuario è stato più volte restaurato nel tempo. Nel pavimento, a sinistra sotto il gradino, si legge la data 1289. L’abside è a tre lunette. Sul soffitto ci sono alcuni affreschi: al centro la Madonna col Bambino, a sinistra San Valentino con ai piedi un epilettico, a destra San Rocco. Gli intermezzi fra le lunette sono ornati da angeli che portano lunghi nastri con parole latine scritte in gotico. La scritta “Ave Maria…” è del 1500 come dimostrano i sottostanti stemmi di Giacomo Trapp, che ebbe la chiesa nel 1463, e della contessa Barbara. I Trapp, fondatori della dinastia di Caldonazzo, fecero restaurare la chiesa con il preciso intento di una prima separazione dalla pieve di Calceranica.
Il quadro dell’altare rappresenta San Valentino e San Carlo Borromeo e fu dipinto da Gioacchino e Antonio Mayr nel 1759. L’altare e la statua sono del 1628. Proprio davanti alla chiesetta, sul dorso del colle, passava anticamente la strada militare romana Via Claudia Augusta. Più avanti, il grande muro che si trova sulla sinistra del sentiero è testimone dell’antico Castello dei Signori di Brenta, edificato probabilmente nel XII secolo e distrutto agli inizi del 1300.
Nella zona sono state rinvenute tombe romane con monete e un’epigrafe frammentaria cristiana, ora custodita nella chiesa di Caldonazzo.
La Chiesa è visitabile per gruppi nel fine settimana, previa prenotazione..
Il piccolo santuario è stato più volte restaurato nel tempo. Nel pavimento, a sinistra sotto il gradino, si legge la data 1289. L’abside è a tre lunette. Sul soffitto ci sono alcuni affreschi: al centro la Madonna col Bambino, a sinistra San Valentino con ai piedi un epilettico, a destra San Rocco. Gli intermezzi fra le lunette sono ornati da angeli che portano lunghi nastri con parole latine scritte in gotico. La scritta “Ave Maria…” è del 1500 come dimostrano i sottostanti stemmi di Giacomo Trapp, che ebbe la chiesa nel 1463, e della contessa Barbara. I Trapp, fondatori della dinastia di Caldonazzo, fecero restaurare la chiesa con il preciso intento di una prima separazione dalla pieve di Calceranica.
Il quadro dell’altare rappresenta San Valentino e San Carlo Borromeo e fu dipinto da Gioacchino e Antonio Mayr nel 1759. L’altare e la statua sono del 1628. Proprio davanti alla chiesetta, sul dorso del colle, passava anticamente la strada militare romana Via Claudia Augusta. Più avanti, il grande muro che si trova sulla sinistra del sentiero è testimone dell’antico Castello dei Signori di Brenta, edificato probabilmente nel XII secolo e distrutto agli inizi del 1300.
Nella zona sono state rinvenute tombe romane con monete e un’epigrafe frammentaria cristiana, ora custodita nella chiesa di Caldonazzo.
La Chiesa è visitabile per gruppi nel fine settimana, previa prenotazione..
Lago di Levico
Il Lago di Levico è il secondo lago più esteso della Valsugana e, insieme al Lago di Caldonazzo, è tra i laghi più caldi del Sud Europa.
Per il Lago di Levico è stato riconfermato anche quest'anno il prestigioso riconoscimento internazionale Bandiera Blu della FEE (Foundation for Environmental Education), grazie alle limpide acque, alla spiaggia e alle politiche di gestione turistico-ambientali ecosostenibili di questa risorsa da parte del comune di Levico Terme.
Esteso per oltre 1 chilometro quadrato e con una profondità massima di 38 metri, esso ricorda molto nella sua conformazione un fiordo norvegese.
Le sponde del Lago di Levico sono per lo più caratterizzate dal verde dei boschi, dove si possono fare numerose passeggiate rigeneranti, tra cui la suggestiva Via dei Pescatori.
Sulla sponda est del lago, dove si affaccia la città storica di Levico Terme, sono presenti due stabilimenti balneari attrezzati e una spiaggia libera.
Levico Terme, rinomata località termale, propone ai viaggiatori numerose possibilità di pernottamento: campeggi a due passi dal lago, hotel vicino alla spiaggia, in centro storico, o sui pendii del vicino Monte Panarotta, affittacamere, bed and breakfast e appartamenti per vacanze.
Queste soluzioni soddisfano le esigenze di tutti gli ospiti che soggiornano nella zona per vacanze termali e di benessere al lago, così come chi cerca delle vacanze invernali, visitando i Mercatini di Natale del Parco Asburgico o sciando sulle piste di Panarotta 2002.
In città si trovano numerosi ristoranti che propongono menù tipici e rivisitazioni dei piatti della migliore tradizione trentina.
Il Lago di Levico è uno dei luoghi ideali per praticare la pesca, grazie alle numerose specie ittiche che abitano le acque. Molti gli amanti di questa attività che giungono sul posto soprattutto per la pesca alla trota.
Da visitare il Biotopo Canneto di Levico, un’ansa protetta ricca di vegetazione perilacuale, lungo le rive meridionali del lago.
Per il Lago di Levico è stato riconfermato anche quest'anno il prestigioso riconoscimento internazionale Bandiera Blu della FEE (Foundation for Environmental Education), grazie alle limpide acque, alla spiaggia e alle politiche di gestione turistico-ambientali ecosostenibili di questa risorsa da parte del comune di Levico Terme.
Esteso per oltre 1 chilometro quadrato e con una profondità massima di 38 metri, esso ricorda molto nella sua conformazione un fiordo norvegese.
Le sponde del Lago di Levico sono per lo più caratterizzate dal verde dei boschi, dove si possono fare numerose passeggiate rigeneranti, tra cui la suggestiva Via dei Pescatori.
Sulla sponda est del lago, dove si affaccia la città storica di Levico Terme, sono presenti due stabilimenti balneari attrezzati e una spiaggia libera.
Levico Terme, rinomata località termale, propone ai viaggiatori numerose possibilità di pernottamento: campeggi a due passi dal lago, hotel vicino alla spiaggia, in centro storico, o sui pendii del vicino Monte Panarotta, affittacamere, bed and breakfast e appartamenti per vacanze.
Queste soluzioni soddisfano le esigenze di tutti gli ospiti che soggiornano nella zona per vacanze termali e di benessere al lago, così come chi cerca delle vacanze invernali, visitando i Mercatini di Natale del Parco Asburgico o sciando sulle piste di Panarotta 2002.
In città si trovano numerosi ristoranti che propongono menù tipici e rivisitazioni dei piatti della migliore tradizione trentina.
Il Lago di Levico è uno dei luoghi ideali per praticare la pesca, grazie alle numerose specie ittiche che abitano le acque. Molti gli amanti di questa attività che giungono sul posto soprattutto per la pesca alla trota.
Da visitare il Biotopo Canneto di Levico, un’ansa protetta ricca di vegetazione perilacuale, lungo le rive meridionali del lago.
Chiesa di S.Biagio
Vero e proprio gioiello architettonico, la Chiesa di San Biagio, situata sull’omonimo colle nei pressi di Levico Terme, si trova in un’area di notevole interesse archeologico.
La chiesa, che sorge ad una quota di 570 metri, è dedicata a S. Biagio probabilmente vescovo di Sebaste in Armenia, il cui martirio risalirebbe al 316. E’ ormai certo, che nei pressi dell’attuale chiesetta, sorgesse un castelliere della seconda metà dell’età del ferro come risulta dal rinvenimento di numerosi reperti e ceramiche del tipo Sanzeno. Nel XVI secolo era chiamato “castellaro” ed era feudo vescovile trentino. Recenti scavi hanno portato a delimitare il sito occupato dal castelliere, rinvenendo ulteriori reperti dell’epoca romana nonché ossa umane. Accanto alla chiesetta del XIII secolo, a pochi metri dall’atrio, si vedono le rovine di un romitorio, dove ancora nel Settecento abitava un eremita, custode della chiesetta e “monaco” della parrocchiale di Levico.
La chiesa è composta di un’unica navata preceduta da un ampio portico (protiro) e conclusa da un’abside poligonale, coperta da volte a vela. La navatella, affrescata (XII secolo) su entrambe le pareti e con copertura a capriate lignee, risale all’epoca più antica, mentre il pronao, sotto al quale restauri recenti stanno portando alla luce interessantissimi affreschi non ancora identificati, e l’abside furono aggiunti nel successivo ampliamento (1506). L’aula, la parte più antica, è divisa dall’abside da un arco a tutto sesto.
Il vescovo Neideck fece ampliare la chiesetta, costruendo l’abside attuale con le finestre a tutto sesto. Nell’estradosso dell’arco dell’abside, tra i medaglioni con le figure di Abramo e Davide a sinistra, e Mosè e Isaia a destra, è dipinto lo stemma Neideck. Gli affreschi della Chiesa di San Biagio, disposti lungo le pareti e nell’interno del vano absidale, sono il risultato di interventi diversi succedutisi tra il XIV e il XVI secolo. In tempi recenti degli affreschi di San Biagio si occupava Nicolò Rasmo (1971-’79-’82). Lo studioso riconosceva nei “Quattro Santi” l’intervento più antico, assegnandolo ad ignoto pittore veneto di notevole livello, operante al principio del 1300. Si tratta di un esempio di pittura pregiottesca in relazione con l’ambiente veronese. Gli affreschi dell’abside eseguite poco dopo il 1506 in occasione degli ampliamenti della Chiesa, in omaggio al Principe Vescovo Giorgio di Neideck (1505 – 1514), le cui insegne, tre conchiglie trasversali su fondo bianco, compaiono sull’arco santo (Cetto 1952), sono attribuiti dal Morassi (1926) a un pittore friulano affine alla scuola di Domenico da Tolmezzo.
Informazioni
La chiesetta è aperta ai visitatori tutti i martedì dal 15/6 al 22/9 dalle 16.00 alle 18.00.
Per ulteriori visite contattare il numero 340 6267017
La chiesa, che sorge ad una quota di 570 metri, è dedicata a S. Biagio probabilmente vescovo di Sebaste in Armenia, il cui martirio risalirebbe al 316. E’ ormai certo, che nei pressi dell’attuale chiesetta, sorgesse un castelliere della seconda metà dell’età del ferro come risulta dal rinvenimento di numerosi reperti e ceramiche del tipo Sanzeno. Nel XVI secolo era chiamato “castellaro” ed era feudo vescovile trentino. Recenti scavi hanno portato a delimitare il sito occupato dal castelliere, rinvenendo ulteriori reperti dell’epoca romana nonché ossa umane. Accanto alla chiesetta del XIII secolo, a pochi metri dall’atrio, si vedono le rovine di un romitorio, dove ancora nel Settecento abitava un eremita, custode della chiesetta e “monaco” della parrocchiale di Levico.
La chiesa è composta di un’unica navata preceduta da un ampio portico (protiro) e conclusa da un’abside poligonale, coperta da volte a vela. La navatella, affrescata (XII secolo) su entrambe le pareti e con copertura a capriate lignee, risale all’epoca più antica, mentre il pronao, sotto al quale restauri recenti stanno portando alla luce interessantissimi affreschi non ancora identificati, e l’abside furono aggiunti nel successivo ampliamento (1506). L’aula, la parte più antica, è divisa dall’abside da un arco a tutto sesto.
Il vescovo Neideck fece ampliare la chiesetta, costruendo l’abside attuale con le finestre a tutto sesto. Nell’estradosso dell’arco dell’abside, tra i medaglioni con le figure di Abramo e Davide a sinistra, e Mosè e Isaia a destra, è dipinto lo stemma Neideck. Gli affreschi della Chiesa di San Biagio, disposti lungo le pareti e nell’interno del vano absidale, sono il risultato di interventi diversi succedutisi tra il XIV e il XVI secolo. In tempi recenti degli affreschi di San Biagio si occupava Nicolò Rasmo (1971-’79-’82). Lo studioso riconosceva nei “Quattro Santi” l’intervento più antico, assegnandolo ad ignoto pittore veneto di notevole livello, operante al principio del 1300. Si tratta di un esempio di pittura pregiottesca in relazione con l’ambiente veronese. Gli affreschi dell’abside eseguite poco dopo il 1506 in occasione degli ampliamenti della Chiesa, in omaggio al Principe Vescovo Giorgio di Neideck (1505 – 1514), le cui insegne, tre conchiglie trasversali su fondo bianco, compaiono sull’arco santo (Cetto 1952), sono attribuiti dal Morassi (1926) a un pittore friulano affine alla scuola di Domenico da Tolmezzo.
Informazioni
La chiesetta è aperta ai visitatori tutti i martedì dal 15/6 al 22/9 dalle 16.00 alle 18.00.
Per ulteriori visite contattare il numero 340 6267017
Forte Colle delle Benne
Strada carrabile aperta
Posto in cima all'omonimo colle che domina il Lago di Levico, si trova a circa 2 km dal centro di Levico Terme. Chiamato anche Forte di San Biagio, fu costruito dagli austroungarici tra il 1880 e il 1882. (1887-90 Malatesta?)
Fa parte dei forti stile Vogl di prima fase (fine anni ’80), caratterizzato da una pianta spezzata su due o tre blocchi o ali a ferro di cavallo, cui si aggiunge una sezione in pietra per la difesa ravvicinata, blindata e non, la parziale copertura in terra e la corte aperta.
La pianta del forte segue un andamento poligonale ed il fianco nord è munito di un contrafforte con corpo esterno corazzato. Una linea di trincee, servita da mulattiera, risaliva all'impervia costa montana fino alla Busa Granda (1.500 m).
Opera gemella del Forte di Tenna, situato sul colle che sovrasta il lago dal lato sud, servì come osservatorio e deposito, data la sua posizione arretrata rispetto al fronte. Smantellato delle strutture in ferro agli inizi degli anni ’30, radiato dal Demanio Militare nel 1931, fu venduto per 3.000 Lire al Comune di Levico il 13.10.1933.
Apertura 2021 ANCORA DA DEFINIRE
Posto in cima all'omonimo colle che domina il Lago di Levico, si trova a circa 2 km dal centro di Levico Terme. Chiamato anche Forte di San Biagio, fu costruito dagli austroungarici tra il 1880 e il 1882. (1887-90 Malatesta?)
Fa parte dei forti stile Vogl di prima fase (fine anni ’80), caratterizzato da una pianta spezzata su due o tre blocchi o ali a ferro di cavallo, cui si aggiunge una sezione in pietra per la difesa ravvicinata, blindata e non, la parziale copertura in terra e la corte aperta.
La pianta del forte segue un andamento poligonale ed il fianco nord è munito di un contrafforte con corpo esterno corazzato. Una linea di trincee, servita da mulattiera, risaliva all'impervia costa montana fino alla Busa Granda (1.500 m).
Opera gemella del Forte di Tenna, situato sul colle che sovrasta il lago dal lato sud, servì come osservatorio e deposito, data la sua posizione arretrata rispetto al fronte. Smantellato delle strutture in ferro agli inizi degli anni ’30, radiato dal Demanio Militare nel 1931, fu venduto per 3.000 Lire al Comune di Levico il 13.10.1933.
Apertura 2021 ANCORA DA DEFINIRE