Il monte Zugna si trova a sud di Rovereto ed è una montagna di grande interesse storico, geologico e naturalistico.
Sulle sue pendici infatti conserva il più grande giacimento di impronte fossili di dinosauro mai rinvenuto in Italia, con tracce di dinosauri carnivori ed erbivori del Giurassico.
Nei pressi del rifugio sorge un importante osservatorio astronomico; di notevole interesse anche gli aspetti botanici e faunistici.
Dal punto di vista storico, ha rivestito un ruolo fondamentale nella storia della Prima guerra mondiale sul fronte italo-austriaco.
Per approfondire gli aspetti botanici e faunistici e per visite alle orme dei dinosauri o all’osservatorio astronomico è possibile rivolgersi alla Fondazione Museo civico di Rovereto.
Per visite guidate ai siti storici si possono contattare le figure professionali abilitate per l’accompagnamento in montagna.
LE OPERAZIONI MILITARI SUL MONTE ZUGNAAgli inizi del ’900 gli austriaci progettarono un forte sulla cima dello Zugna: costruirono la strada di accesso, le caserme e un impluvio per la raccolta dell’acqua piovana.
Quando si profilò l’ingresso in guerra dell’Italia, le linee vennero arretrate fino a Rovereto. Nel maggio-giugno 1915 fu occupato dall’esercito italiano che vi costruì proprie trincee, strade, baracche, teleferiche e acquedotti.
Nella primavera 1916 gli austroungarici lanciarono un’offensiva in direzione del Veneto e tentarono di impadronirsi della Vallarsa. Gli italiani li fermarono proprio sullo Zugna che ne costituisce uno dei versanti: nonostante ripetuti e sanguinosi assalti, gli austro-ungarici non riuscirono a superare la resistenza italiana a passo Buole e al “Trincerone”, lo sbarramento realizzato nel punto più stretto del crinale.
Da quel momento, fino alla fine del conflitto, i due eserciti si logorarono in una lunga guerra di posizione. Ne sono testimonianza i cimiteri e le numerose linee di trincee. La guerra assunse le caratteristiche tipiche della guerra di montagna: gli eserciti realizzarono strade, scavarono trincee e camminamenti, costruirono baracche e ricoveri.
ITINERARIO STORICO SULLE TRACCE DELLA PRIMA GUERRA MONDIALELa strada da Albaredo alla cima dello Zugna attraversa quelle che un tempo erano le linee militari austriaca e italiana.
Il recente progetto di recupero ha riportato alla luce i resti di molti manufatti militari: postazioni d’artiglieria, trincee, gallerie e cimiteri militari. Il percorso, lungo circa 11 Km, è corredato da una segnaletica dettagliata: inizia a q. 900, poco sotto Malga Tof, e si snoda dalle retrovie alla prima linea austro-ungarica, alla terra di nessuno, alle linee ed alle retrovie italiane fino alla cima. Il percorso stradale si intreccia con il Sentiero della Pace.
Poco sopra Malga Tof, su un tornante, inizia il “Sentiero delle trincee”, lungo il quale si trova il cimitero del Redentore (già di San Costanzo).
Tornati sulla strada, all’inizio del percorso del “Trincerone”, una mulattiera porta alla Foraora teatro, nel maggio 1918, di un duro scontro.
I manufatti militari dell’area del “Trincerone” italiano e della prima linea austriaca del “Kopfstellung” sono stati ripuliti; il “Trincerone”, pressoché cancellato dai bombardamenti, è stato in parte reintegrato per renderne riconoscibile l’originaria funzione.
Oltrepassato il “Trincerone”, è possibile visitare i resti del cimitero di San Matteo e il sedime del cimitero di Santa Barbara. Lungo la strada forestale (che corrisponde al Sentiero della Pace) si arriva al cimitero di San Giorgio, dove sono state radunate lapidi un tempo presenti nei numerosi cimiteri di guerra della zona.
Nei pressi del rifugio Monte Zugna, è situato il “Sass dei usei”– roccione attraversato da gallerie che conducono a feritoie per mitragliatrici, oggi visitabili.
Una mulattiera conduce al “Parco della Pace” dove si notano manufatti austro-ungarici (un impluvio per la raccolta dell’acqua piovana, ruderi di caserme) e tracce della presenza italiana: trincee, ricoveri in roccia, postazioni di artiglieria e il cimitero militare “Coni Zugna”.
Dal “Parco della Pace” un sentiero conduce alla cima (dove rimangono postazioni d’artiglieria, un osservatorio e altri manufatti), mentre seguendo il “Sentiero della Pace” si raggiunge passo Buole, dove gli italiani nel maggio 1916 fermarono l’offensiva nemica. Lungo il tracciato è in progetto, a cura del Comune di Ala, l’identificazione e il recupero di manufatti e siti storici, tra i quali il caposaldo del “Loner”.
A Passo Buole una cappella e alcuni cimiteri ricordano i caduti. Importante è la presenza di manufatti legati al rifornimento dello Zugna nonché la strutturazione a caposaldo delle cime. Passo Buole è raggiungibile anche con un ripido sentiero da Riva di Vallarsa o con una comoda strada da Marani di Ala.
Sul sito di Trentino Grande Guerra è disponibile la descrizione dell’itinerario escursionistico Monte Zugna – Il Trincerone e Passo Buole.
Per maggiori informazioni vi invitiamo a consultare la pubblicazione edita nel 2016 dal nostro Museo: “Monte Zugna 1912-1918. Guida al percorso storico” di Tiziano Bertè. Il libro è disponibile presso il bookshop del Museo.
Nella sezione Territorio di questo sito puoi trovare altri utili strumenti per conoscere i luoghi della Grande Guerra in Vallagarina.
Museo Storico della Guerra di Rovereto
Sulle sue pendici infatti conserva il più grande giacimento di impronte fossili di dinosauro mai rinvenuto in Italia, con tracce di dinosauri carnivori ed erbivori del Giurassico.
Nei pressi del rifugio sorge un importante osservatorio astronomico; di notevole interesse anche gli aspetti botanici e faunistici.
Dal punto di vista storico, ha rivestito un ruolo fondamentale nella storia della Prima guerra mondiale sul fronte italo-austriaco.
Per approfondire gli aspetti botanici e faunistici e per visite alle orme dei dinosauri o all’osservatorio astronomico è possibile rivolgersi alla Fondazione Museo civico di Rovereto.
Per visite guidate ai siti storici si possono contattare le figure professionali abilitate per l’accompagnamento in montagna.
LE OPERAZIONI MILITARI SUL MONTE ZUGNAAgli inizi del ’900 gli austriaci progettarono un forte sulla cima dello Zugna: costruirono la strada di accesso, le caserme e un impluvio per la raccolta dell’acqua piovana.
Quando si profilò l’ingresso in guerra dell’Italia, le linee vennero arretrate fino a Rovereto. Nel maggio-giugno 1915 fu occupato dall’esercito italiano che vi costruì proprie trincee, strade, baracche, teleferiche e acquedotti.
Nella primavera 1916 gli austroungarici lanciarono un’offensiva in direzione del Veneto e tentarono di impadronirsi della Vallarsa. Gli italiani li fermarono proprio sullo Zugna che ne costituisce uno dei versanti: nonostante ripetuti e sanguinosi assalti, gli austro-ungarici non riuscirono a superare la resistenza italiana a passo Buole e al “Trincerone”, lo sbarramento realizzato nel punto più stretto del crinale.
Da quel momento, fino alla fine del conflitto, i due eserciti si logorarono in una lunga guerra di posizione. Ne sono testimonianza i cimiteri e le numerose linee di trincee. La guerra assunse le caratteristiche tipiche della guerra di montagna: gli eserciti realizzarono strade, scavarono trincee e camminamenti, costruirono baracche e ricoveri.
ITINERARIO STORICO SULLE TRACCE DELLA PRIMA GUERRA MONDIALELa strada da Albaredo alla cima dello Zugna attraversa quelle che un tempo erano le linee militari austriaca e italiana.
Il recente progetto di recupero ha riportato alla luce i resti di molti manufatti militari: postazioni d’artiglieria, trincee, gallerie e cimiteri militari. Il percorso, lungo circa 11 Km, è corredato da una segnaletica dettagliata: inizia a q. 900, poco sotto Malga Tof, e si snoda dalle retrovie alla prima linea austro-ungarica, alla terra di nessuno, alle linee ed alle retrovie italiane fino alla cima. Il percorso stradale si intreccia con il Sentiero della Pace.
Poco sopra Malga Tof, su un tornante, inizia il “Sentiero delle trincee”, lungo il quale si trova il cimitero del Redentore (già di San Costanzo).
Tornati sulla strada, all’inizio del percorso del “Trincerone”, una mulattiera porta alla Foraora teatro, nel maggio 1918, di un duro scontro.
I manufatti militari dell’area del “Trincerone” italiano e della prima linea austriaca del “Kopfstellung” sono stati ripuliti; il “Trincerone”, pressoché cancellato dai bombardamenti, è stato in parte reintegrato per renderne riconoscibile l’originaria funzione.
Oltrepassato il “Trincerone”, è possibile visitare i resti del cimitero di San Matteo e il sedime del cimitero di Santa Barbara. Lungo la strada forestale (che corrisponde al Sentiero della Pace) si arriva al cimitero di San Giorgio, dove sono state radunate lapidi un tempo presenti nei numerosi cimiteri di guerra della zona.
Nei pressi del rifugio Monte Zugna, è situato il “Sass dei usei”– roccione attraversato da gallerie che conducono a feritoie per mitragliatrici, oggi visitabili.
Una mulattiera conduce al “Parco della Pace” dove si notano manufatti austro-ungarici (un impluvio per la raccolta dell’acqua piovana, ruderi di caserme) e tracce della presenza italiana: trincee, ricoveri in roccia, postazioni di artiglieria e il cimitero militare “Coni Zugna”.
Dal “Parco della Pace” un sentiero conduce alla cima (dove rimangono postazioni d’artiglieria, un osservatorio e altri manufatti), mentre seguendo il “Sentiero della Pace” si raggiunge passo Buole, dove gli italiani nel maggio 1916 fermarono l’offensiva nemica. Lungo il tracciato è in progetto, a cura del Comune di Ala, l’identificazione e il recupero di manufatti e siti storici, tra i quali il caposaldo del “Loner”.
A Passo Buole una cappella e alcuni cimiteri ricordano i caduti. Importante è la presenza di manufatti legati al rifornimento dello Zugna nonché la strutturazione a caposaldo delle cime. Passo Buole è raggiungibile anche con un ripido sentiero da Riva di Vallarsa o con una comoda strada da Marani di Ala.
Sul sito di Trentino Grande Guerra è disponibile la descrizione dell’itinerario escursionistico Monte Zugna – Il Trincerone e Passo Buole.
Per maggiori informazioni vi invitiamo a consultare la pubblicazione edita nel 2016 dal nostro Museo: “Monte Zugna 1912-1918. Guida al percorso storico” di Tiziano Bertè. Il libro è disponibile presso il bookshop del Museo.
Nella sezione Territorio di questo sito puoi trovare altri utili strumenti per conoscere i luoghi della Grande Guerra in Vallagarina.
Museo Storico della Guerra di Rovereto
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Partendo da Matassone, davanti a quello che era un albergo-ristorante abbandonato da anni, ci inoltriamo attraverso la porta di una casa appena ristrutturata per sbucarvi nel retro dove si dirama il sentiero che seguiremo fino alla prima meta della giornata, il Rifugio Monte Zugna. Il sentiero è il 118 e si presenta subito arduo in quanto sale senza interruzioni fino a pochi minuti dal Rifugio. Solo a quota 1630, dopo aver attraversato, non senza numerose soste per rifiatare, boschi di latifoglie e pino nero, pietraia e pino mugo, ci inoltriamo nel bosco e lo attraversiamo in discesa e pianura. Arrivati al limitare di un prato vediamo dall'altra parte il rifugio. Attraversiamo il prato e, assetati ed affamati oltrechè sudati, ci infiliamo subito al rifugio dove plachiamo le ragioni delle nostre debolezze con l'ottima cucina del rifugio. Nel frattempo il tempo si rannuvola e, dopo il desinare, quando usciamo per visitare il Monte Zugna, il versante del monte è completamente coperto dalle nuvole. Paventando un temporale decido di soprassedere la salita della cima e ci incamminiamo verso il fondovalle, sbagliando l'attacco del sentiero ma recuperando in breve dopo un piccolo anello nel bosco. La discesa è sicuramente più corta della salita anche se non meno impegnativa. Tornati a Matassone, deviando leggermente per poter vedere la piccola chiesetta di San Valentino del borgo, mettiamo gli zaini nella vettura salendo con sole macchine fotografiche, al Forte di Matassone dove si gode un magnifico panorama sulla Vallarsa ed i contrafforti del Pasubio. Torniamo alla macchina dopo nemmeno 10 chilometri percorsi in circa 8 ore (sono comprese in esse anche le molte soste) con 920 m. di dislivello.
Lo Zugna è montagna carica di storia, che offre molteplici possibilità di visita a siti e manufatti risalenti alla Prima guerra mondiale. Lo si può raggiungere anche attraverso il “Sentiero della Pace”, partendo dalla zona “monumentale” di Rovereto, con l'Ossario, la campana di “Maria Dolens” e la “Strada degli artiglieri”. Nella sezione “Itinerari” è stata proposta la traversata “Zugna – Passo Buole”, luogo, quest'ultimo, che vide aspri combattimenti e che si guadagnò l'appellativo di “Termopili d'Italia”, grazie alla strenua resistenza dei fanti della Brigata Taro.
Ora il fronte dello Zugna, grazie ad un recente lavoro promosso dalla Fondazione Parco Botanico del Cengio Alto, su progetto degli arch. Andreolli e Campolongo in collaborazione con il Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto ed il Museo Civico di Rovereto, oltre alla collaborazione delle Autorità Forestali di Rovereto e del gruppo grotte “E.Roner” (Cai-Sat Rovereto) ed altri, offre un nuovo percorso, riccamente provvisto di pannelli e tabelle esplicative, che scorre attraverso le prime linee dei due eserciti e soprattutto lungo il “Trincerone” italiano, anch'esso simbolo, al pari di passo Buole, della resistenza italiana contro l'urto delle offensive austriache.
Il percorso di visita forma un anello di km. 1,500, con un dislivello di 90 metri e lo si incontra sulla strada che da Albaredo porta al Rifugio Coni Zugna (vedi scheda “Itinerari”).
Il Monte Zugna ebbe una rilevante importanza strategica nella conduzione della guerra italiana: con il suo possesso l'esercito italiano riuscì a respingere i tentativi austriaci di sfondamento, sia sulla dorsale della Vallarsa che sulla Valle dell'Adige. Ma lo Zugna fu montagna che si caricò ben presto di simboli: dal “Trincerone”, gli italiani, oltre ad avere una splendida vista sulle catene montuose del Brenta e dell'Adamello, potevano scorgere la città di Trento, uno degli obbiettivi e dei “motivi” della guerra italiana; per contro, dalla loro prima linea gli austro-ungarici vedevano un angolo del Lago di Garda e la pianura veneto-padana, rampa di lancio dell'agognato sfondamento che avrebbe risolto definitivamente la contesa.
Il “Trincerone” italiano fu l'estremo baluardo di difesa contro la “Spedizione Punitiva” austriaca, scatenata il 15 maggio 1916. Le truppe imperiali, costrette ad arrestare la loro impetuosa avanzata, predisposero una prima linea di difesa (“Kopfstellung”), costituita da trincee e camminamenti, avamposti e postazioni per mitragliatrici e lanciabombe. Attestatisi su questa prima linea di difesa gli austriaci potevano ricevere il supporto delle artiglierie posizionate sul Monte Biaena, sul Monte Spil (Pasubio) e sul Monte Finonchio.
Ora il fronte dello Zugna, grazie ad un recente lavoro promosso dalla Fondazione Parco Botanico del Cengio Alto, su progetto degli arch. Andreolli e Campolongo in collaborazione con il Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto ed il Museo Civico di Rovereto, oltre alla collaborazione delle Autorità Forestali di Rovereto e del gruppo grotte “E.Roner” (Cai-Sat Rovereto) ed altri, offre un nuovo percorso, riccamente provvisto di pannelli e tabelle esplicative, che scorre attraverso le prime linee dei due eserciti e soprattutto lungo il “Trincerone” italiano, anch'esso simbolo, al pari di passo Buole, della resistenza italiana contro l'urto delle offensive austriache.
Il percorso di visita forma un anello di km. 1,500, con un dislivello di 90 metri e lo si incontra sulla strada che da Albaredo porta al Rifugio Coni Zugna (vedi scheda “Itinerari”).
Il Monte Zugna ebbe una rilevante importanza strategica nella conduzione della guerra italiana: con il suo possesso l'esercito italiano riuscì a respingere i tentativi austriaci di sfondamento, sia sulla dorsale della Vallarsa che sulla Valle dell'Adige. Ma lo Zugna fu montagna che si caricò ben presto di simboli: dal “Trincerone”, gli italiani, oltre ad avere una splendida vista sulle catene montuose del Brenta e dell'Adamello, potevano scorgere la città di Trento, uno degli obbiettivi e dei “motivi” della guerra italiana; per contro, dalla loro prima linea gli austro-ungarici vedevano un angolo del Lago di Garda e la pianura veneto-padana, rampa di lancio dell'agognato sfondamento che avrebbe risolto definitivamente la contesa.
Il “Trincerone” italiano fu l'estremo baluardo di difesa contro la “Spedizione Punitiva” austriaca, scatenata il 15 maggio 1916. Le truppe imperiali, costrette ad arrestare la loro impetuosa avanzata, predisposero una prima linea di difesa (“Kopfstellung”), costituita da trincee e camminamenti, avamposti e postazioni per mitragliatrici e lanciabombe. Attestatisi su questa prima linea di difesa gli austriaci potevano ricevere il supporto delle artiglierie posizionate sul Monte Biaena, sul Monte Spil (Pasubio) e sul Monte Finonchio.
Ci sono almeno tre buoni motivi per salire al Rifugio Malga Zugna: 1. immergersi nella natura e godere di ampi panorami; 2. ricostruire le vicende della Grande Guerra su questa montagna carica di storia 3. ammirare le stelle dall’osservatorio che il Museo Civico di Rovereto ha costruito a 1.617 metri di quota. L’edificio risale ai primi anni del Novecento ed è stato completamente ristrutturato dal Comune di Rovereto, ma sono state ripristinate di recente anche le testimonianze belliche che si trovano lungo la strada di accesso e quindi, attraverso il Monte Zugna, verso Passo Buole.
L’escursione presso il campo trincerato di Matassone richiede poco più di un'ora ma permette di godere della natura selvaggia della Vallarsa e di avvicinarsi a quello che fu un asse strategico per la Grande Guerra sul fronte trentino.
I comandi austro-ungarici avevano progettato la difesa della valle già a inizio Novecento perché offriva buone possibilità di penetrazione verso la pianura veneta e il territorio italiano. Per questo motivo erano stati progettati un forte sul Pasubio e uno sul monte Zugna, uno a Pozzacchio e un campo trincerato a Matassone. In realtà solo le difese di Matassone e il forte – ancora incompleto – di Pozzacchio, in tedesco Valmorbia Werk, vennero realizzati in tempo per lo scoppio delle ostilità.
Inoltre l'arretramento delle linee su posizioni più facilmente difendibili finì per lasciare il complesso di trincee sul versante sinistro della Vallarsa in mano italiana con l'eccezione di un mese tra l'offensiva di primavera del maggio 1916 e il 28 giugno dello stesso anno in cui gli austro-ungarici si riposizionarono su Matassone. Per questo la visita è ancor più interessante perché sono visibili linee di trincea orientate in modo diverso a seconda dello spostamento de fronte. Inoltre sono visibili altre aree importanti di questo settore come il massiccio del Pasubio, la catena dello Zugna, il monte Corno detto poi Corno Battisti perché qui venne catturato l'irredentista trentino Cesare Battisti.
I comandi austro-ungarici avevano progettato la difesa della valle già a inizio Novecento perché offriva buone possibilità di penetrazione verso la pianura veneta e il territorio italiano. Per questo motivo erano stati progettati un forte sul Pasubio e uno sul monte Zugna, uno a Pozzacchio e un campo trincerato a Matassone. In realtà solo le difese di Matassone e il forte – ancora incompleto – di Pozzacchio, in tedesco Valmorbia Werk, vennero realizzati in tempo per lo scoppio delle ostilità.
Inoltre l'arretramento delle linee su posizioni più facilmente difendibili finì per lasciare il complesso di trincee sul versante sinistro della Vallarsa in mano italiana con l'eccezione di un mese tra l'offensiva di primavera del maggio 1916 e il 28 giugno dello stesso anno in cui gli austro-ungarici si riposizionarono su Matassone. Per questo la visita è ancor più interessante perché sono visibili linee di trincea orientate in modo diverso a seconda dello spostamento de fronte. Inoltre sono visibili altre aree importanti di questo settore come il massiccio del Pasubio, la catena dello Zugna, il monte Corno detto poi Corno Battisti perché qui venne catturato l'irredentista trentino Cesare Battisti.
Fonti : Museo Storico Italiano della Guerra e