![]()
![]()
![]()
|
|
L'escursione sarebbe dovuta partire dal Passo Bordala ma la presenza di neve sul percorso ha reso necessario lo spostamento a S.Barbara della partenza. Poco male anche perchè, nonostante le defezioni dovute all'instabilità atmosferica, arriviamo in tre in una giornata che si preannuncia molto bella, anche se lontane nubi nereggiano minacciose. La vetta, che si vede da lontano, risulta coperta da una fitta nebbia ma cerchiamo di essere positivi ed iniziamo a salire ingannando piacevolmente il tempo in futili conversazioni. Incrociamo, anche nel senso opposto, parecchi escursionisti che accompagnano per un tratto il nostro incedere o ci superano oppure restano indietro al nostro sopravanzare. Arriviamo prima alla località Le Prese (1480m.) dove finisce la strada carrozzabile che da qualche anno è per lungo tratto (fino al parcheggio di S.Antonio) asfaltata. Ci inoltriamo sulla stradina che si va a mano a mano restringendo ed un colpo di vento più violento degli altri ci permette di intravvedere il rifugio. Arriviamo alla Malga che la visione della nostra metà si è già nascosta dietro un'altra coltre nuvolosa ed anche noi incediamo nella nebbia che si dirada giusto poco prima del rifugio. Dopo aver avvisato del nostro arrivo per la prenotazione del ristorante saliamo alla cima sita pochi metri più sopra (40 per l'esattezza). Le nebbie si diradano giusto per pochi istanti ma sufficienti ad apprezzare il meraviglioso panorama. Si avvicina l'ora del desinare e scendiamo per prendere posto (4 i turni al rifugio, 1 ogni ora dalle 11.30). Usciamo dopo un buon pranzo (anche se un po' caro dall'ultima volta che ci andai) e facciamo per prendere il sentiero 666 ma purtroppo ci troviamo davanti quasi subito la rotta chiusa dalla neve ancora persistente . Torniamo sui nostri passi e parzialmente scendiamo sullo stesso percorso dell'andata, tagliando un po' per i prati sotto una leggera grandinata. Alle Prese vorremmo deviare a destra per andare a vedere il Castil (ruderi) ma la recentissima pioggia/grandinata avrebbe reso improba la discesa nel bosco. Siamo quindi scesi dal sentiero di salita, divagando leggermente poco sopra la chiesetta. In tutto circa 12,5 chilometri, in poco più di sei ore e con 889 m. di dislivello.
Il Monte Stivo, montagna cara agli escursionisti e agli amanti dello scialpinisMo per i suoi aspetti naturalistici, offre un vasto panorama sul fondovalle dell’Alto Garda e della Vallagarina, sulle alte vette del Trentino sud-occidentale (Carè Alto, Presanella, Brenta). Possiede inoltre un interessante patrimonio di storia del primo conflitto mondiale, sebbene non venne mai coinvolto direttamente nelle operazioni di guerra, ma fu fortificato come zona di seconda linea, in appoggio ai settori dei monti Creino e Biaena. Sullo Stivo vennero collocati alcuni pezzi di artiglieria, installata una stazione radio-telegrafica mentre il Rifugio Marchetti, inaugurato nel 1906, serviva da polo logistico. Il presidio di vetta era servito da due teleferiche: una partiva dall’abitato di
Vignole e aveva una stazione intermedia in località Castil (1105 m), l’altra permetteva lo scambio di materiali con il presidio del Creino. Questa montagna è infatti raggiungibile anche da Patone (Isera) passando per il Passo di Bordala (ore 4.30), così come da Bolognano di Arco passando per la località Salve Regina (ore 2.50).
Vignole e aveva una stazione intermedia in località Castil (1105 m), l’altra permetteva lo scambio di materiali con il presidio del Creino. Questa montagna è infatti raggiungibile anche da Patone (Isera) passando per il Passo di Bordala (ore 4.30), così come da Bolognano di Arco passando per la località Salve Regina (ore 2.50).