Ala città di velluto ed arte |
26/02/2017
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Reduce da una bronchite alquanto fastidiosa che ancora non vuole lasciarmi, ho preferito la tranquilla amenità della domenica mattina in quel di Ala, accompagnato da Marco che, pazientemente, seguiva e si fermava seguendo le mie non sempre lucide "pose".
Nota personale: a volte facciamo "pacche" di chilometri per vedere città esotiche o semplicemente lontane dalla nostra realtà, quando a pochi minuti di macchina abbiamo dei centri storici e delle realtà urbane in cui sembra di tuffarsi nel passato. E' proprio vero che si guarda sempre l'erba "più verde" del campo del vicino tralasciando magari di estirpare la gramigna che c'è nel nostro e che impedisce la chiara visione di ciò che abbiamo.
Ed ora le notizie.....
Borgo d'antiche origini romane, Ala è sempre stata un territorio di transito sia dal punto di vista militare che economico, posta com'era sulle più importanti vie di comunicazione tra Europa e Mediterraneo. Sull'origine del nome c'è discordanza tra gli storici; una parte propende per la derivazione da un'"ala" dell'esercito romano che si sarebbe stanziata nella zona intravvedendone le prospettive future, l'altra per la derivazione dal tedesco "hall" che significa palazzo per merci, magazzino. Entrambe le ipotesi hanno fondamento storico. La cittadina era infatti posta "sull'itinerarium antonini" come un "pallatium" per la sosta ed il cambio dei cavalli, difeso certamente da soldati. Le prime tracce scritte comunque sono di origine medievale che connotano due parti distinte: una attorno al cfastrum in posizione elevata e l'altra più recente situata in basso. Il castello svolgeva funzione difenziva mentre nel sobborgo si svolgeva la vita commerciale ed artigianale. E' in questo periodo che prende corpo la struttura urbana dell'abitato che per certi versi ancora sussiste. Le piazze avevano ognuna la loro funzione e da questa prendevano anche il nome. La piazza Villalta era la sede del rappresentante del feudatario; quella di S.Giovanni assunse il ruolo di centro della "comunitas"; il Carrubio divenne il centro del mercato e degli scambi lungo l'antica via imperiale. Lungo questa arteria sorse così la Villa Nova che divenne la sede abitativa dei ricchi forestieri. La strutturazione in due parti distinte dell'abitato si mantenne nei secoli: da una parte i "tererj", gli antichi cittadini dediti all'agricoltura di sussistenza, nella coltivazione del bosco e della pastorizia, dall'altra i "foreri", artigiani e commercianti provenienti dalle regioni limitrofe per sfruttare l'importante arteria viaria costituita dall'Adige soprattutto verso la pianura veneta ma anche il mondo tedesco. La cittadina venne ulteriormente fortificata mano a mano che aumentava la sua importanza commerciale: la zona delle "Bastie" a sud dell'abitato è così chiamata per l'erezione delle torri di legno dette "bastite". Il centro era poi ben difeso da una serie di porte sulle principali vie per le vallate che da Ala si dipartono.
Nel '500 cominciarono a svilupparsi l'allevamento del baco da seta e la coltivazione del gelso, retaggio della dominazione veneziana; nel XVII° sec. cominciò infine la produzione dei velluti di seta che fecero di Ala la "Città di Velluto" d'Europa. Lungo il corso della Roggia sorsero otto filatoi, edifici artigianali mossi dall'energia idraulica, poi tre tintorie, una garberia per la concia, molini, fucine e folloni; vennero costruiti, per far fronte all'afflusso di manodopera, nuovi quartieri. Ala cambiò volto, ristrutturando l'impiantito medievale delle palazzine e trasformandole in sontuosi palazzi, di proprietà di nobili e mercanti, visibili ancora oggi nella loro magnificienza. Fino al tardo 1700 Ala quindi visse appieno il suo splendore economico affiancandovi, come spesso accade, un intenso fermento culturale.
Altro importante cambiamento si ebbe nella seconda metà del 1800, a causa della crisi del settore della seta e della costruzione della Ferrovia del Brennero. Ala divenne, dopo il passaggio del Veneto al neonato Regno d'Italia, sede delle dogane italiane ed austriaca, delle rispettive Guardie di Finanza, di grandi aziende di trasporto e spedizione e di strutture alberghiere che riuscirono a non far pesare il passaggio tra le diverse economie. Il fervore culturale continuò con la costruzione del Teatro, della Biblioteca e la costituzione della Società Musicale. Dopo la Grande Guerra e l'annessione del Trentino all'Italia, Ala perse la sua importanza come snodo ferroviario e frontaliero dei grandi traffici europei e dovette quindi reinventare, ancora una volta, la sua economia. Turisticamente, oltre al periodo di luglio in cui vengono rivissuti i fasti del periodo di velluto, Ala è molto attiva nel proporre iniziative culturali, legate anche alla viticoltura. E' porta d'entrata per escursioni in Lessinia ed anche sul Carega e Pasubio, lungo le vie percorse nell'800 dai contrabbandieri. P.S. Nella passegiata abbiamo incontrato e piacevolmente salutato Bepi Pinter, grande amante della Lessinia e della sua città.
Nota personale: a volte facciamo "pacche" di chilometri per vedere città esotiche o semplicemente lontane dalla nostra realtà, quando a pochi minuti di macchina abbiamo dei centri storici e delle realtà urbane in cui sembra di tuffarsi nel passato. E' proprio vero che si guarda sempre l'erba "più verde" del campo del vicino tralasciando magari di estirpare la gramigna che c'è nel nostro e che impedisce la chiara visione di ciò che abbiamo.
Ed ora le notizie.....
Borgo d'antiche origini romane, Ala è sempre stata un territorio di transito sia dal punto di vista militare che economico, posta com'era sulle più importanti vie di comunicazione tra Europa e Mediterraneo. Sull'origine del nome c'è discordanza tra gli storici; una parte propende per la derivazione da un'"ala" dell'esercito romano che si sarebbe stanziata nella zona intravvedendone le prospettive future, l'altra per la derivazione dal tedesco "hall" che significa palazzo per merci, magazzino. Entrambe le ipotesi hanno fondamento storico. La cittadina era infatti posta "sull'itinerarium antonini" come un "pallatium" per la sosta ed il cambio dei cavalli, difeso certamente da soldati. Le prime tracce scritte comunque sono di origine medievale che connotano due parti distinte: una attorno al cfastrum in posizione elevata e l'altra più recente situata in basso. Il castello svolgeva funzione difenziva mentre nel sobborgo si svolgeva la vita commerciale ed artigianale. E' in questo periodo che prende corpo la struttura urbana dell'abitato che per certi versi ancora sussiste. Le piazze avevano ognuna la loro funzione e da questa prendevano anche il nome. La piazza Villalta era la sede del rappresentante del feudatario; quella di S.Giovanni assunse il ruolo di centro della "comunitas"; il Carrubio divenne il centro del mercato e degli scambi lungo l'antica via imperiale. Lungo questa arteria sorse così la Villa Nova che divenne la sede abitativa dei ricchi forestieri. La strutturazione in due parti distinte dell'abitato si mantenne nei secoli: da una parte i "tererj", gli antichi cittadini dediti all'agricoltura di sussistenza, nella coltivazione del bosco e della pastorizia, dall'altra i "foreri", artigiani e commercianti provenienti dalle regioni limitrofe per sfruttare l'importante arteria viaria costituita dall'Adige soprattutto verso la pianura veneta ma anche il mondo tedesco. La cittadina venne ulteriormente fortificata mano a mano che aumentava la sua importanza commerciale: la zona delle "Bastie" a sud dell'abitato è così chiamata per l'erezione delle torri di legno dette "bastite". Il centro era poi ben difeso da una serie di porte sulle principali vie per le vallate che da Ala si dipartono.
Nel '500 cominciarono a svilupparsi l'allevamento del baco da seta e la coltivazione del gelso, retaggio della dominazione veneziana; nel XVII° sec. cominciò infine la produzione dei velluti di seta che fecero di Ala la "Città di Velluto" d'Europa. Lungo il corso della Roggia sorsero otto filatoi, edifici artigianali mossi dall'energia idraulica, poi tre tintorie, una garberia per la concia, molini, fucine e folloni; vennero costruiti, per far fronte all'afflusso di manodopera, nuovi quartieri. Ala cambiò volto, ristrutturando l'impiantito medievale delle palazzine e trasformandole in sontuosi palazzi, di proprietà di nobili e mercanti, visibili ancora oggi nella loro magnificienza. Fino al tardo 1700 Ala quindi visse appieno il suo splendore economico affiancandovi, come spesso accade, un intenso fermento culturale.
Altro importante cambiamento si ebbe nella seconda metà del 1800, a causa della crisi del settore della seta e della costruzione della Ferrovia del Brennero. Ala divenne, dopo il passaggio del Veneto al neonato Regno d'Italia, sede delle dogane italiane ed austriaca, delle rispettive Guardie di Finanza, di grandi aziende di trasporto e spedizione e di strutture alberghiere che riuscirono a non far pesare il passaggio tra le diverse economie. Il fervore culturale continuò con la costruzione del Teatro, della Biblioteca e la costituzione della Società Musicale. Dopo la Grande Guerra e l'annessione del Trentino all'Italia, Ala perse la sua importanza come snodo ferroviario e frontaliero dei grandi traffici europei e dovette quindi reinventare, ancora una volta, la sua economia. Turisticamente, oltre al periodo di luglio in cui vengono rivissuti i fasti del periodo di velluto, Ala è molto attiva nel proporre iniziative culturali, legate anche alla viticoltura. E' porta d'entrata per escursioni in Lessinia ed anche sul Carega e Pasubio, lungo le vie percorse nell'800 dai contrabbandieri. P.S. Nella passegiata abbiamo incontrato e piacevolmente salutato Bepi Pinter, grande amante della Lessinia e della sua città.