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03 settembre 2017: WR 35a Le trincee del Monte Creino e "Creinart"

Il mio percorso sui luoghi della Grande Guerra in Trentino continua. Oggi è la volta del Monte Creino, piccolo rilievo al cospetto del Garda e del ben più alto massiccio dello Stivo. Il Creino era un importante presidio strategico, dotato di osservatori, postazioni in caverna per artiglierie e ricoveri, il tutto collegato da trincee e camminamenti. Tutte queste aree sono state da qualche recuperate e rese visitabili dal lavoro di molti volontari. Accompagnato da mia moglie, la cui resistenza alle lunghe camminate ed ai cospicui dislivelli è assai scarna, e da mio figlio ho optato per una versione accorciata dell'itinerario che voglio fare, in altra data, salendo da Nago. Partiamo quindi dalla Valle degli orti, la Valle di Gresta dove l'estate sta lentamente digradando verso l'autunno ma è già foriera di raccolto e di "Mostra Mercato" che, a partire dalla settimana prossima, animerà Ronzo e la valle intera fino a metà ottobre. 
Foto
Da Ronzo a Santa Barbara e Creinarte
Fino al Passo di Santa Barbara, posto a 1170 m. sul livello del mare (Ronzo è a 974 m.) saliamo per stradine asfaltate e cementate interpoderali, arrivando poi al passo vero e proprio. Le poche case alle falde del Monte Stivo fanno parte della frazione omonima che conta 21 residenti tutto l'anno. C'è anche un Albergo-Bar-Ristorante, il Genzianella che però oggi è chiuso. Qui durante la Grande Guerra era sorto un complesso di baracche fornito di corrente elettrica e acqua potabile. A testimoniarne l'esistenza oggi c'è ancora una cappella a forma di granata, costruita nel dicembre 1915 dall’Unterjäger Alois Pichler di Bressanone, dedicata a Santa Barbara, patrona degli artiglieri.
Una curiosità storica:il parco della frazione sarà intitolato, proprio oggi pomeriggio, agli aviatori dell'areo americano B-25 J Mitchell “Maybe” precipitato sul vicino monte Brugnolo il 6 febbraio 1945 dopo essere stato colpito dalla contraerea nel cielo di Rovereto. L' amministrazione comunale ha inteso ricordare l'equipaggio del bombardiere statunitense, in particolare, il pilota Earl Remmel ed il co-pilota Leslie Speer che decisero di non sganciare il carico di bombe a bordo sull'abitato di Ronzo-Chienis salvando molte vite innocenti, ma sacrificando le proprie. Il velivolo in avaria per un'ala spezzata ed appesantito dal notevole esplosivo trasportato risultò ingovernabile, ma con abilità i due aviatori riuscirono a ritardare lo schianto consentendo ai cinque componenti l'equipaggio di salvarsi. Da qualche anno l'amministrazione comunale di Ronzo-Chienis in collaborazione con l'Associazione Benàch ha avviato delle iniziative per evitare l'oblio del tragico avvenimento, in particolare il libro "La storia dell’aereo Maybe” che illustra la vicenda storica insieme ai racconti degli abitanti della Val di Gresta che la vissero in prima persona.
Giriamo nella stradina a sx. allo scollinamento del passo e seguiamo i chiari cartelli. dopo qualche centinaio di metri troviamo la risposta alla domanda: "Cosa è Creinart, la scritta che compare insieme ai cartelli indicatori del percorso?" Sul modello di Arte Sella sul sentiero verso le trincee, per forza di cose in leggera salita, delle piccole installazioni artistiche, molto meno eclatanti di quelle omologhe della Valsugana ma meritevoli di nota ,
 “opere d'arte ” costruite in legno e materiali naturali, ideate e create dai bambini della Scuola locale. 
Le trincee del Creino, il panorama, ritorno
Come per tutti i percorsi che riportano alla mente ed agli occhi la realtà della Grande Guerra il silenzio è sicuramente di conforto e di rispetto per chi in questi luoghi morì, o semplicemente visse aspettando il nemico, con la paura di perdere la propria giovinezza ed il proprio futuro. Il percorso può essere percorso ad anello con pari soddisfazione. 
Nei pressi della cima si vedono i resti di una trincea realizzata nel 2005 in occasione di un film dedicato alla Prima guerra mondiale. Ce la lasciamo alle spalle, superiamo la croce e, seguendo il sentiero, puntiamo verso la cresta meridionale del monte. Ci imbattiamo in una serie di manufatti d'epoca. Anzitutto un osservatorio da cui si ammira uno splendido panorama (vedi sotto il titolo), lo stesso che Felix Hecht, giovane tenente dei Kaiserjäger, vide dal monte Stivo e descrisse nel suo ormai famoso diario di guerra: «La vista lassù è magnifica; si vedono all’orizzonte i monti del Catinaccio, del Pasubio, del Baldo, di Nota, del Carè Alto, della Presanella, del Brenta e dell’Ortles…»
Una gradinata in roccia porta al livello inferiore dell’osservatorio con aperture scavate nella roccia dalle quali i soldati austro-ungarici potevano controllare le posizioni italiane sull’Altissimo. Dall’osservatorio parte una trincea in muro a secco, ottimamente conservata e ripristinata negli anni scorsi da volontari e dal Servizio Conservazione della Natura e Valorizzazione ambientale della Provincia di Trento. Lungo il percorso si incontrano caverne usate come ricovero per i soldati o deposito. Per un percorso diverso torniamo verso Ronzo Chienis dove recuperiamo la macchina, non prima di aver dato un'occhiata alla chiesa della dedicazione di S.Michele Arcangelo ed alla vicina chiesa omonima, attualmente sconsacrata, gravemente lesionata posta a lato della consorella più giovane.
Orientata a nord, la parrocchiale della Dedicazione di San Michele Arcangelo sorge poco lontano dalla chiesa antica, in posizione intermedia tra gli abitati di Ronzo e di Chienis; la costruzione risale agli anni tra il 1945 e il 1949, realizzata su progetto di Enrico Odorizzi del 1940, che l’aveva inizialmente pensata come ampliamento dell’edificio antico e comunicante con esso, modificato in corso d’opera. La facciata a due spioventi, elevata su di una scalinata, è divisa in due settori disuguali da una cornice orizzontale in pietra calcarea; l’ingresso principale è preceduto da un protiro timpanato in muratura, leggermente emergente, con i due pilastri in pietra calcarea a vista. Ai lati del protiro si trovano due nicchie centinate simmetriche ospitanti statue; al centro della facciata si apre un oculo strombato con cornice bombata e, alla sommità, una seconda apertura circolare che dà luce al sottotetto. Le fiancate sono caratterizzate dalla disposizione regolare di monofore centinate strombate nella parte alta della muratura, ciascuna corrispondente a una delle cinque campate interne; in corrispondenza della terza campata si dispongono gli ingressi secondari, quello destro centinato, elevato di tre gradini e preceduto da un semplice portico protetto da uno spiovente, quello sinistro rivolto a sud, contenuto in un corpo aggettante quadrangolare che si appoggia alla struttura della cappella della quarta campata, con fronte cuspidato, oculo e finestra bifora (a cui corrisponde sul fianco orientale la cappella destra, cieca). Sempre sul fianco sinistro si apre un secondo ingresso, anch’esso preceduto da una scalinata di tre gradini e protetto da una tetttoia, che conduce al successivo corpo della sacrestia, con fronte cuspidato, oculo, tre monofore centinate al piano superiore e altre tre finestre quadrangolari al piano terra. Il presbiterio è dotato di un’ampia monofora centinata e strombata sul lato destro ed è concluso dall’abside semicircolare cieca; le finiture sono a intonaco tinteggiato, con zoccolo perimetrale e cantonali sfalsati in blocchi squadrati di pietra a vista. All’interno l’ampia navata unica è divisa in cinque campate da coppie di paraste, in parte in pietra a vista, in parte intonacate, sorreggenti grandi arcate trasversali a pieno centro che sostengono la copertura, a due spioventi interrotti e raccordati da un soffitto centrale piano. Nella quarta campata due arcate longitudinali introducono alle cappelle a pianta rettangolare, ospitanti l’altare della Madonna (a sinistra) e l’organo (a destra). L’arco santo è movimentato dalla presenza di due nicchie centinate speculari, contenenti il fonte battesimale (a sinistra) e una mensa d’altare (a destra). Due gradini conducono al presbiterio, occupato dal rimontato altare maggiore storico, completo delle portine laterali; lungo la parete sinistra è presente l’accesso alla sacrestia e all’ambiente soprastante, originariamente con funzione di cantoria, di cui si conserva il parapetto. Le pareti della navata e dell’arco santo sono finite in pietra martellinata nella parte bassa, quindi rivestite in materiale espanso, che ricopre anche il soffitto; le arcate trasversali e le pareti e le volte del presbiterio e dell’abside sono finite a intonaco tinteggiato.
Pianta
Navata a pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale; corpi emergenti a pianta quadrangolare sul lato sinistro. Presbiterio a pianta rettangolare con asse maggiore trasversale, concluso da abside semicircolare.
Facciata
Facciata a due spioventi elevata su di una scalinata, divisa in due settori disuguali da una cornice orizzontale in pietra calcarea; l’ingresso principale, centinato, è preceduto da un protiro timpanato in muratura, leggermente emergente, con i due pilastri in pietra calcarea a vista. Ai lati del protiro si trovano due nicchie centinate simmetriche ospitanti statue; al centro della facciata si apre un oculo strombato con cornice bombata e, alla sommità una seconda apertura.
L’Hotel Genzianella si trova nel Comune di Ronzo Chienis, località S. Barbara, in cima alla bellissima Val di Gresta, l’orto biologico del Trentino, a 1.170 metri di altezza e a 25 minuti dal Lago di Garda.
L’Hotel dispone di 18 camere e 34 posti letto; tutte le stanze, di recente ristrutturazione, sono dotate di: servizi, tv sat, telefono, riscaldamento e cassaforte.
E' fornito di ascensore, idromassaggio con 5 posti, sauna, terrazza solarium, saletta fumatori, sala lettura relax, parcheggio e giardino con giochi per bambini.
Gli Ospiti dell’Hotel Genzianella possono passeggiare in relax e praticare il loro sport preferito: trekking, mountain bike, equitazione, arrampicata o le varie attività nautiche vista la vicinanza con il Lago di Garda.
Agli Ospiti viene offerta una esclusiva carta turistica del territorio con segnalati i 9 principali percorsi che partono dall'Hotel Genzianella per conoscere e ammirare la Val di Gresta.
L’Hotel è stato costruito sulle fondamenta di un “Bunker” dell'Imperiale regio Esercito austro-ungarico, vicino alle restaurate, e da visitare, trincee sul Monte Creino, in previsione della 1^ guerra mondiale: 1914-1918 (per arrivare 35 minuti di passeggiata con la possibilità di ammirare le proposte artistiche di "Creinart": da vedere!). 
All'interno è stata allestita una importante e interessante mostra fotografica permanente con foto, anche inedite, e carte militari dell'Esercito Italiano e Austriaco tutte dell'epoca.
Il Ristorante, centrato sulla cucina tipica trentina, propone: le sue specialità con polenta: Coniglio, Cervo, Capriolo, Cinghiale; la famosa "Carne salada e fasoi" e il "piatto del soldato", offrendo sempre un rapporto qualità/prezzo insuperabile.
Simone, un giovane cuoco emergente, già molto apprezzato da esperti del settore, vi aspetta per deliziare i vostri palati con una cucina saporita legata al territorio.
La pizzeria, con il nuovissimo forno, oltre alle pizze classiche propone la “Pizza Val di Gresta” tutte con prodotti tipici del territorio: verdure biologiche, formaggi e salumi.
Lo Staff dell’Hotel Genzianella vi aspetta per farvi vivere una splendida vacanza in Val di Gresta.

Noi non abbiamo clienti, perche' non vendiamo niente 

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