UNENDO DUE LAGHI: LA STRADA DEL PONALE DA RIVA DEL GARDA A MOLINA DI LEDRO
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Tutti gli uomini sognano. Alcuni i loro sogni li realizzano.
Questa è la storia di quello che oggi è uno dei sentieri più belli d’Europa, ed è qui, in Italia e inizia da Riva del Garda. Ma è soprattutto la storia di un uomo, un commerciante, che voleva unire un paese alla valle vicino. E’ il sentiero della strada del Ponale.
Prima, era il porto del Ponale, con l’antica mulattiera che s’inerpicava ripida a fare da collegamento fra Riva delGarda e la Valle di Ledro. Una via difficile, rischiosa, che parlava di uomini forti e audaci di giorno e di contrabbandieri silenziosi quando a cantare erano le civette.
Poi arrivò Giacomo Cis.
Un uomo dall’innato spirito imprenditoriale, nato a Bazzecca nel 1782, che in età matura decide di dedicarsi al lavoro di far scavare la montagna per realizzare una strada, ed i commercianti sanno bene il valore e l’importanza delle vie di comunicazione! E non importa se come si legge sulla targa molti della sua idea: “dicean delirio”, Giacomo alla fine riesce e nel 1851 la Ponale sarà conclusa. Lui però morirà, poco prima dell’apertura ufficiale, ma riuscirà a vedere la sua idea quasi totalmente realizzata.
La Ponale è stata aperta come carrozzabile per quasi 100 anni e ad ogni passo è una storia: dal romantico belvedere dove anche l’imperatore restò in silenziosa contemplazione, al fragore delle armi che riecheggiavano durante la grande guerra dalla Tagliata, il forte corazzato, perché lì c’era il confine. Le immagini delle cartoline, i racconti dei viaggiatori estasiati da tanta bellezza e i racconti degli autisti di quando c’era la pioggia e del terrore provocato dalla curva dello Sperone, dove si trovava l’antica fonte.
Oggi la Ponale, grazie al Comitato Giacomo Cis che nel 1999 ha avviato un percorso per la sua salvaguardia, è diventata un sentiero bellissimo, facile da percorrere a piedi o in MTB, con panorami sul Lago di Garda davvero mozzafiato e un carico di storie sussurrate dalle pietre per chi le vuole ascoltare.
Questa è la storia di quello che oggi è uno dei sentieri più belli d’Europa, ed è qui, in Italia e inizia da Riva del Garda. Ma è soprattutto la storia di un uomo, un commerciante, che voleva unire un paese alla valle vicino. E’ il sentiero della strada del Ponale.
Prima, era il porto del Ponale, con l’antica mulattiera che s’inerpicava ripida a fare da collegamento fra Riva delGarda e la Valle di Ledro. Una via difficile, rischiosa, che parlava di uomini forti e audaci di giorno e di contrabbandieri silenziosi quando a cantare erano le civette.
Poi arrivò Giacomo Cis.
Un uomo dall’innato spirito imprenditoriale, nato a Bazzecca nel 1782, che in età matura decide di dedicarsi al lavoro di far scavare la montagna per realizzare una strada, ed i commercianti sanno bene il valore e l’importanza delle vie di comunicazione! E non importa se come si legge sulla targa molti della sua idea: “dicean delirio”, Giacomo alla fine riesce e nel 1851 la Ponale sarà conclusa. Lui però morirà, poco prima dell’apertura ufficiale, ma riuscirà a vedere la sua idea quasi totalmente realizzata.
La Ponale è stata aperta come carrozzabile per quasi 100 anni e ad ogni passo è una storia: dal romantico belvedere dove anche l’imperatore restò in silenziosa contemplazione, al fragore delle armi che riecheggiavano durante la grande guerra dalla Tagliata, il forte corazzato, perché lì c’era il confine. Le immagini delle cartoline, i racconti dei viaggiatori estasiati da tanta bellezza e i racconti degli autisti di quando c’era la pioggia e del terrore provocato dalla curva dello Sperone, dove si trovava l’antica fonte.
Oggi la Ponale, grazie al Comitato Giacomo Cis che nel 1999 ha avviato un percorso per la sua salvaguardia, è diventata un sentiero bellissimo, facile da percorrere a piedi o in MTB, con panorami sul Lago di Garda davvero mozzafiato e un carico di storie sussurrate dalle pietre per chi le vuole ascoltare.
Riva del Garda....
Appartenne da tempi remoti al Principato Vescovile di Trento, come dimostrato i documenti del 1124, con cui il Principe vescovo. Altemanno concede agli uomini di Riva la facoltà di costruirsi un castello, riservati i diritti di signoria al vescovo e, del 1155, con cui vengono fissati i tributi, gi oneri e le prestazioni dovute da rivani al Vescovo. Nel 1349 il vescovo di Trento Giovanni da Pistoia vendette Riva e i luoghi circonvicini a Mastino della Scala, signore di Verona. Dal 1387 al 1404 passò ai Visconti di Milano. Nel 1404, infatti, il principe vescovo Giorgio di Lichtenstein riscattò Riva da Francesco da Carrara, allora signore di Verona. Da quella data e fino al 1440 fu occupata in fasi alterne dai Conti del Tirolo e dai Visconti, fino ad entrare in possesso, stabilmente fino al 1509, della Repubblica di Venezia. Nuovamente occupata dalle truppe vescovili e imperiali, nel 1521 l'imperatore Carlo V la cedette al Principe Vescovo Bernardo Clesio. Rimase territorio vescovile fino alla secolarizzazione di questo. Riva del Garda subì nel 1703 la devastazione dei Francesi del generale Vendòme, durante la guerra di successione spagnola.Nel 1796 fu occupata dalle truppe napoleoniche, nel 1803 fu annessa al Tirolo; dal 1806 al 1809 passò sotto il regno di Baviera e nel 1810 fece parte dei territori del napoleonico Regno d'Italia. Nel 1814, con il ritorno sotto la giurisdizione imperiale austriaca fu sede di Giudizio distrettuale, Commissariato e Pretura, diventando sede di Capitanato distrettuale (1868), competente sui territori di Arco e della Val di Ledro fino all'annessione al Regno d'Italia (1923).
Riva è una città mercantile di antica tradizione e assurse a importanza turistica internazionale nella seconda metà del secolo scorso quando fu riscoperta, per il suo clima e le sue bellezze ambientali, dall'élite mitteleuropea. Già nel 1824 si diede inizio ad un regolare servizio di navigazione sul lago con scalo a Riva e Peschiera. Nel 1891 una linea ferroviaria secondaria la collegò a Mori alla linea ferroviaria del Brennero. A cavallo del secolo la cittadina altogardesana fu luogo di soggiorno di celebri personaggi della cultura. Franz KAFKA (nel 1909 e nel 1913) e i fratelli Thomas e Heinrich MANN (1902) trovarono ospitalità in un celebre "SANATORIUM" (centro di cura e soggiorno per il metodo Kneipp) gestito dalla famiglia di medici von Hartungen.
Nel secondo dopoguerra si è assistito al rilancio turistico lacustre su modello adriatico, che ha fatto del territorio rivano uno dei principali poli turistici e insediativi del Trentino, ma nello stesso tempo ha causato dissesti al patrimonio paesaggistico-culturale
Da: Aldo Gorfer, Le Valli del Trentino.Trentino occidentale, II ed., Calliano (TN), Manfrini, 1975, p. 224
Riva è una città mercantile di antica tradizione e assurse a importanza turistica internazionale nella seconda metà del secolo scorso quando fu riscoperta, per il suo clima e le sue bellezze ambientali, dall'élite mitteleuropea. Già nel 1824 si diede inizio ad un regolare servizio di navigazione sul lago con scalo a Riva e Peschiera. Nel 1891 una linea ferroviaria secondaria la collegò a Mori alla linea ferroviaria del Brennero. A cavallo del secolo la cittadina altogardesana fu luogo di soggiorno di celebri personaggi della cultura. Franz KAFKA (nel 1909 e nel 1913) e i fratelli Thomas e Heinrich MANN (1902) trovarono ospitalità in un celebre "SANATORIUM" (centro di cura e soggiorno per il metodo Kneipp) gestito dalla famiglia di medici von Hartungen.
Nel secondo dopoguerra si è assistito al rilancio turistico lacustre su modello adriatico, che ha fatto del territorio rivano uno dei principali poli turistici e insediativi del Trentino, ma nello stesso tempo ha causato dissesti al patrimonio paesaggistico-culturale
Da: Aldo Gorfer, Le Valli del Trentino.Trentino occidentale, II ed., Calliano (TN), Manfrini, 1975, p. 224
La strada del Ponale
La costruzione iniziò il 1º febbraio del 1848 e terminò il 3 gennaio 1851. L'ideatore della strada fu Giacomo Cis, agiato commerciante di Bezzecca. Questi dedicò molta della sua vita a sostenere, sollecitare e ideare l'opera, che avrebbe tolto la valle di Ledro da un secolare isolamento dovuto alla mancanza di strade carrabili, problema molto sentito da Cis per la sua attività di commerciante. La lunghezza totale della strada è di 33 chilometri. I primi furono i più difficili da realizzare in quanto scavati nelle pareti rocciose a picco sul Garda e si rese necessario anche realizzare tre gallerie. Nel 1891 la strada fu percorsa per la prima volta da automobili private, mentre dal 1911 transitarono corse regolari di automessaggerie postali. Durante la prima guerra mondiale la strada venne controllata dal genio militare, che apportò dei cambiamenti. In quel periodo vennero costruiti nuovi tratti di gallerie e altre ne vennero aggiunte nel corso degli anni successivi. Per molti anni la strada fu sufficiente alle esigenze del traffico nonostante le sue numerose curve e strettoie. Nel 1981 si iniziò a progettare una strada alternativa in gran parte in galleria che entrò in funzione nel 1992. Dopo la costruzione della nuova galleria, la strada del Ponale, andò in disuso e venne chiusa al traffico. Dopo anni di incuria e abbandono, il 14 luglio del 2004, la strada iniziò una seconda vita venendo trasformata in un sentiero di montagna pedonale aperto anche all'uso della bicicletta.
Biacesa
Biacesa è il primo paese della Valle salendo da Riva. Da Biacesa partono i collegamenti tra la Valle di Ledro e Riva del Garda, tra cui la mulattiera per il porto del Ponale e la strada del Ponale, e la ferrata che conduce a Cima Capi.
Prè
La strada statale non lo attraversa come gli altri per volontà degli abitanti del paese che vi si opposero al momento della costruzione della strada. Dal giorno di San Martino (11 novembre) a quello di Sant'Agata (5 febbraio) il paese è privato della luce del sole perché situato in fondo ad un fertile bacino, accanto alle acque del Torrente Ponale. Gli abitanti di Pré sono detti i malmauri, i mal maturi, perché la luce del sole non raggiunge il loro paese per buona parte dell’autunno e dell’inverno.
Da vedere: Chiesa di San Giacomo Maggiore. Officina dei ciuaröi, dove sopravvive la tradizione dell’artigianato delle broche, i chiodi da scarpa. Leano, nell’alpeggio sopra Pré, vero e proprio paesino che prende vita solamente nei mesi estivi, quando gli abitanti di Pré, e non solo, cercano la pace e il fresco della montagna.
La Fucina de le Broche: i ciuaröi, su appuntamento, danno dimostrazione di come si forgiavano i chiodi da scarpa. La fucina è dotata di un fuoco e quattro panchetti di lavoro e conserva inoltre gli attrezzi del mestiere in uso nel passato ed un vasto campionario di brocche, i chiodi da scarpa usati per preservare la suola delle sgalmere, le scarpe. Fino alla Seconda Guerra Mondiale, con l’avvento della gomma, la fabbricazione dei chiodi da scarpa rappresentava un’attività fondamentale per l’economia ledrense. Durante la Grande Guerra gli uomini in grado di fabbricare le broche potevano addirittura venire esonerati dal fronte se assicuravano una produzione di mille chiodi al giorno.
Sagre e tradizioni: La festa del sol, per salutare il ritorno del sole in paese in febbraio. La festa di Sant’Antonio a Leano, a metà agosto.
Da vedere: Chiesa di San Giacomo Maggiore. Officina dei ciuaröi, dove sopravvive la tradizione dell’artigianato delle broche, i chiodi da scarpa. Leano, nell’alpeggio sopra Pré, vero e proprio paesino che prende vita solamente nei mesi estivi, quando gli abitanti di Pré, e non solo, cercano la pace e il fresco della montagna.
La Fucina de le Broche: i ciuaröi, su appuntamento, danno dimostrazione di come si forgiavano i chiodi da scarpa. La fucina è dotata di un fuoco e quattro panchetti di lavoro e conserva inoltre gli attrezzi del mestiere in uso nel passato ed un vasto campionario di brocche, i chiodi da scarpa usati per preservare la suola delle sgalmere, le scarpe. Fino alla Seconda Guerra Mondiale, con l’avvento della gomma, la fabbricazione dei chiodi da scarpa rappresentava un’attività fondamentale per l’economia ledrense. Durante la Grande Guerra gli uomini in grado di fabbricare le broche potevano addirittura venire esonerati dal fronte se assicuravano una produzione di mille chiodi al giorno.
Sagre e tradizioni: La festa del sol, per salutare il ritorno del sole in paese in febbraio. La festa di Sant’Antonio a Leano, a metà agosto.
Molina di Ledro
Il paese di Molina di Ledro si trova sulla sponda orientale del Lago di Ledro. Il torrente Ponale divide il paese a metà: sulla riva destra sorge Legos, posto in alto; sulla riva sinistra si stende Molina, posto in basso. Nel 1929 a Molina sono stati rinvenuti più di 10.000 pali, testimonianza dell’insediamento palafitticolo che esisteva sul Lago di Ledro durante l’età del bronzo, più di 4.000 anni fa. La spiaggia di Besta è attrezzata con servizi igienici, parco giochi, campo da beach volley e da tennis.
Etimologia: Molina deve il suo nome ai numerosi mulini che funzionavano con l’acqua del torrente Ponale. Legos deriva del latino ad lacos, ai laghi, per via dei numerosi sentieri che portano al lago.
Soprannome: Gli abitanti di Molina sono detti le mosche molinere, quelli di Legos, al di là del fiume, sono invece i cagnù, i cagnoni. Da qui il detto ‘A Molina pungono, a Legos mordono’.
Da vedere: Chiesa di San Vigilio a Molina. Santuario della Madonna delle Ferle a Barcesino, frazione di Molina, così chiamato perché si credeva che fosse luogo di guarigione per gli infermi. Sulle pareti è possibile ammirare gli ex-voto dei fedeli. Museo delle Palafitte del Lago di Ledro, Patrimonio UNESCO.
Sagre e tradizioni: Feste vigiliane, a metà giugno, in onore del santo patrono. Quarantore, in ricordo del voto che ha preservato la Valle di Ledro dalla peste.
Personaggi famosi: Molina è anche il luogo di nascita di Andrea Maffei (Molina di Ledro 1798 – Milano, 1885), celebre poeta e traduttore. Maffei, classicista e conoscitore di lingue europee, si dedicò a tradurre diverse opere della letteratura tedesca e inglese: il teatro di Schiller (tra cui I Masnadieri, Die Räuber), Otello e La Tempesta di Shakespeare. Maffei fu anche scrittore: scrisse per Verdi il libretto de I Masnadieri e rielaborò dei versi del Macbeth di Francesco Maria Pieve.
Etimologia: Molina deve il suo nome ai numerosi mulini che funzionavano con l’acqua del torrente Ponale. Legos deriva del latino ad lacos, ai laghi, per via dei numerosi sentieri che portano al lago.
Soprannome: Gli abitanti di Molina sono detti le mosche molinere, quelli di Legos, al di là del fiume, sono invece i cagnù, i cagnoni. Da qui il detto ‘A Molina pungono, a Legos mordono’.
Da vedere: Chiesa di San Vigilio a Molina. Santuario della Madonna delle Ferle a Barcesino, frazione di Molina, così chiamato perché si credeva che fosse luogo di guarigione per gli infermi. Sulle pareti è possibile ammirare gli ex-voto dei fedeli. Museo delle Palafitte del Lago di Ledro, Patrimonio UNESCO.
Sagre e tradizioni: Feste vigiliane, a metà giugno, in onore del santo patrono. Quarantore, in ricordo del voto che ha preservato la Valle di Ledro dalla peste.
Personaggi famosi: Molina è anche il luogo di nascita di Andrea Maffei (Molina di Ledro 1798 – Milano, 1885), celebre poeta e traduttore. Maffei, classicista e conoscitore di lingue europee, si dedicò a tradurre diverse opere della letteratura tedesca e inglese: il teatro di Schiller (tra cui I Masnadieri, Die Räuber), Otello e La Tempesta di Shakespeare. Maffei fu anche scrittore: scrisse per Verdi il libretto de I Masnadieri e rielaborò dei versi del Macbeth di Francesco Maria Pieve.
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GRAZIE A VALERIO, ROBERTA, EMANUELA, LARA, FEDERICA CHE HANNO ACCOMPAGNATO I MIEI PASSI