Una breve escursione purtroppo conclusasi ai piedi delle Roste (ritorno per la medesima strada a parte) per troppa nebbia. Le previsioni del tempo questa volta hanno purtroppo sbagliato passando una giornata che doveva essere poco nuvolosa ad una che si è rivelata invece nebbiosa e fredda. Molta gente sulle piste da fondo, ove è permessa la pratica di questo sport, ma anche molte persone che hanno assaltato i negozi sportivi in città e dintorni per procurarsi ciaspole (non se ne trovava un paio se non quelle a noleggio) e scarponi invernali con cui dedicarsi a pratiche invernali alternative visto che lo sci da discesa è bandito, almeno fino a gennaio. Dopo qualche difficoltà logistica nel trovarci abbiamo calzato subito le ciaspole e ci siamo incamminati verso la Capanna Viote e poi verso la Val del Merlo che percorriamo in tranquillità, vista la scarsa pendenza. Alla Bocca di Vaiona panorama inaspettato vista la nebbia che aleggiava intorno ai 1700 m. Salendo poco sopra , verso le Roste, la nebbia si fa però più pressante e fitta, impedendoci di seguire il sentiero e le tracce già esposte. Non saliamo sui due rilievi, vista la situazione e decido, a malincuore prima di intraprendere la discesa, di tornare sulle nostre tracce, che si stanno perdendo nei fumi della natura. Poco prima della Bocca di Vaiona si schiarisce un po' ed incontriamo alcune persone che si apprestano a salire dalla nostra parte, che sconsigliamo. Mano a mano che scendiamo vediamo comunque la nuvola, perché di questo si tratta, che sembra ormai legata alle Roste a doppio filo e persiste nel suo stazionamento. Per vie diverse arriviamo alla Capanna Viote per pranzare insieme, in due tavoli diversi, come impongono le recenti norme. In tutto poco più di sei chilometri, in circa tre ore e con a malapena 230 m. di dislivello positivo.
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