Dalla Sega di Ala e precisamente dall'Albergo Monti Lessini, dopo un buon caffè, scendiamo leggermente ma saliamo subito dopo la chiesetta di S.Rocco, e ci immettiamo nella strada che nei mesi estivi conduce, bianca , alla Malga Pietà. Ora la Malga è chiusa ma la strada rimane bianca in parte, per la neve ancora persistente in pochi tratti. Continuando a salire lungo la dorsale dell'Alpe Val Fredda passiamo dapprima radi boschi poi il panorama si amplia sulle malghe o casare dell'Altopiano, ormai glabre di neve e con i colori che cominciano a bramare il verde dell'erba ed addirittura i primi germogli sui radi alberi. Passo a pochi metri dal bivio che porterebbe all'obbrobrio costruito in cima al Monte Cornetto e proseguo per ampi spazi verso la Malga Fanta e la Spluga della Preta. Qui proseguo per la salitella che, veloce, mi conduce al sentierino che arriva alla vetta del Corno d'Aquilio, dove a fianco della vecchia Croce ci facciamo selfie e foto di gruppo, con l'ampio panorama a far da contorno ed abbellimento. Ci riavviamo prima che una folta compagnia raggiunga la cima ed i saluti di rito sono d'obbligo. Poco sotto, oltrepassato il muretto di cinta e lo steccato ci inoltriamo nella piana, deviando a sinistra quanto basta per arrivare alla grotta del Ciabattino, una delle tante cavità carsiche presenti in zona, ancora parzialmente inesplorata. Un bel "presepe" di stalagmiti di ghiaccio (vedi foto) regala una emozione che solo le manifestazioni naturali riesono a dare a chi capisce il lavorio incessante del tempo e della natura. Anche qui parecchia frequentazione tant'è che il luogo perde quasi un po' della sua magia con tanta presenza umana. Ci rimettiamo in marcia scendendo dapprima, passando una valle su sentiero umido ma non ghiacciato, poi risalendo nuovamente alle pendici del Corno Mozzo e giungendo di nuovo quasi in cima al Cornetto (fatto in estate, il 17 luglio). Bypassiamo volentieri la salita, non tanto per la stanchezza quanto per l'obbrobrio in vetta citato poco fa e scendiamo fino al passo Fittanze, fermandoci per un attimo al monumento , quasi nascosto da pullman ed automobili parcheggiate numerose poco distante dal baretto, cui non mancheranno certo, in data odierna, gli affari. Per i prati, ancora parzialmente innevati, scendiamo fino al villaggio san Giorgio e poi al San Rocco, arrivando al ristorante dove, nel pieno del lavoro, ci abbuffiamo senza ritegno all'ottimo desco del Ristorante.
Info tecniche: 11,6 km. percorsi in circa 4 ore; 520 o poco più metri di dislivello; Valutazione E/F.
Info tecniche: 11,6 km. percorsi in circa 4 ore; 520 o poco più metri di dislivello; Valutazione E/F.
![]()
![]()
![]()
![]()
|
|