Partiamo dal parcheggio del cimitero di Borgo. Ci dirigiamo verso l'ospedale San Lorenzo attraversando il fiume Brenta. Facciamo per prendere il sentiero dei Bersaglieri ma scopriamo che è chiuso per ordinanza comunale. Risaliamo così via Ausugum che riporta alla mia memoria ricordi d'infanzia, vediamo Palazzo Strobele e il convento di S.Francesco. Saliamo ancora seguendo sempre il Sentiero dei Castelli ed arriviamo, per sentiero che comincia a farsi velato di neve, poco sopra il maestoso Castel Telvana che da qui sembra solo un rudere. Molto più bella è la vista dall'alto o dalla valle che mostra il maniero in tutta la sua maestosità. Proseguiamo ancora su sentiero fino ad incrociare sulla nostra strada i cartelli del Progetto Grande Guerra. Qui saliamo ancora per camminamenti, trincee e resti di fortificazioni con i quali è stato fortificato il colle di San Pietro, detto anche Monte Ziolina (da cipolla). Arriviamo ai
ripetitori ed alle antenne che funestano la cima ma che permettono altresì la ricezione dei telefoni di tutta la valle. Pochi metri sotto ecco Castel S.Pietro, o meglio i ruderi di quello che fu sicuramente una rocca al servizio dei vescovi di Feltre ma, sembra, anche un posto di guardia romano sulla via Claudia Augusta Altinate. Torniamo al colle S.Pietro per poi prendere la non troppo visibile Via Crucis, he scende fino a Telve di sopra. Da qui risaliamo lievemente fino ad una stradina, ormai innevata, che scende verso il torrente Savaro che passiamo a guado (un segnale all'inizio indicava il non collaudo della strada) e passiamo un piccolo gruppo di case con qualche scorcio d'antico. Ci troviamo in un grande prato o campo dove il sentiero procede decisamente in salita e dove sbagliamo, vista la neve ed una frana che ha modificato il territorio facendoci camminare sul fango. A questo punto chiedo al mio compagno di viaggio come vadano le sue estremità inferiori, di cui aveva lamentato l'umidità e la freddezza. Egli mi chiede, con evidente speranza di un numero basso, quanto manchi al castello. Rispondo che ci saranno perlomeno mezz'ora-quaranta minuti ed è evidente che camminare nella neve per tal tempo, seppure al sole, non sia molto sano. Decido quindi di tornare sui nostri passi e sull'asfalto dove i piedi seppure non asciugandosi almeno non si sarebbero bagnati ulteriormente. Arriviamo nella parte alta di Telve, attraversando il paesino con notevoli tracce di rustico sette-ottocentesco e ci dirigiamo, con l'aiuto di Google Maps, ad un bar per un caffè (Osteria Baraonda) che a questo punto è più che meritato. Qui scopriamo che i gestori, indiani, forniscono anche il servizio ristorante e ci facciamo tentare da un invitante primo ittico. Saziati e ricaricati dal caffè proseguiamo per la strada asfaltata (salutando Castellalto visibile da lontano) abbassandoci ulteriormente fino ad arrivare a Borgo Valsugana. Giacchè l'imbrunire non ha ancora calato le sue cortine sul mondo invito il mio compagno di viaggio a fare un giro per Borgo Valsugana, cittadina che mi vide bambino e ragazzo e che racchiude nelle sue vie parti della mia giovinezza ormai perduta. Illustrando le vie, i palazzi ed i ricordi ad essi associati torniamo quindi alle macchine. In tutto circa 16 km. percorsi, con 620 m. di dislivello in circa 5 ore e mezza. Tutto sommato facile il percorso, reso più interessante e vario dalla presenza di un manto nevoso appena accennato e, fortunatamente, soffice.
ripetitori ed alle antenne che funestano la cima ma che permettono altresì la ricezione dei telefoni di tutta la valle. Pochi metri sotto ecco Castel S.Pietro, o meglio i ruderi di quello che fu sicuramente una rocca al servizio dei vescovi di Feltre ma, sembra, anche un posto di guardia romano sulla via Claudia Augusta Altinate. Torniamo al colle S.Pietro per poi prendere la non troppo visibile Via Crucis, he scende fino a Telve di sopra. Da qui risaliamo lievemente fino ad una stradina, ormai innevata, che scende verso il torrente Savaro che passiamo a guado (un segnale all'inizio indicava il non collaudo della strada) e passiamo un piccolo gruppo di case con qualche scorcio d'antico. Ci troviamo in un grande prato o campo dove il sentiero procede decisamente in salita e dove sbagliamo, vista la neve ed una frana che ha modificato il territorio facendoci camminare sul fango. A questo punto chiedo al mio compagno di viaggio come vadano le sue estremità inferiori, di cui aveva lamentato l'umidità e la freddezza. Egli mi chiede, con evidente speranza di un numero basso, quanto manchi al castello. Rispondo che ci saranno perlomeno mezz'ora-quaranta minuti ed è evidente che camminare nella neve per tal tempo, seppure al sole, non sia molto sano. Decido quindi di tornare sui nostri passi e sull'asfalto dove i piedi seppure non asciugandosi almeno non si sarebbero bagnati ulteriormente. Arriviamo nella parte alta di Telve, attraversando il paesino con notevoli tracce di rustico sette-ottocentesco e ci dirigiamo, con l'aiuto di Google Maps, ad un bar per un caffè (Osteria Baraonda) che a questo punto è più che meritato. Qui scopriamo che i gestori, indiani, forniscono anche il servizio ristorante e ci facciamo tentare da un invitante primo ittico. Saziati e ricaricati dal caffè proseguiamo per la strada asfaltata (salutando Castellalto visibile da lontano) abbassandoci ulteriormente fino ad arrivare a Borgo Valsugana. Giacchè l'imbrunire non ha ancora calato le sue cortine sul mondo invito il mio compagno di viaggio a fare un giro per Borgo Valsugana, cittadina che mi vide bambino e ragazzo e che racchiude nelle sue vie parti della mia giovinezza ormai perduta. Illustrando le vie, i palazzi ed i ricordi ad essi associati torniamo quindi alle macchine. In tutto circa 16 km. percorsi, con 620 m. di dislivello in circa 5 ore e mezza. Tutto sommato facile il percorso, reso più interessante e vario dalla presenza di un manto nevoso appena accennato e, fortunatamente, soffice.
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Credits dei video sotto all'interno degli stessi
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Telve cenni storici
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