L'Ecomuseo della Valsugana nasce originariamente in unione al Tesino, in quello che era l'ecomuseo del Viaggio. Questa organizzazione investiva i territori compresi tra Villa Agnedo e Castello Tesino, ed aveva lo scopo di salvaguardare le testimonianze storico-culturali ed il paesaggio pressoché incontaminato del territorio. La Valsugana Orientale e la conca del Tesino sono infatti luoghi abitati fin dal mesolitico e hanno visto lo stanziamento di popolazioni retiche, la dominazione romana, come testimoniato dalla Via Claudia Augusta Altinate, la dominazione veneziana fino a quella asburgica. Le testimonianze di queste dominazioni sono custodite dai 9 comuni che facevano parte dell'Ecomuseo del Viaggio: Spera, Samone, Strigno, Castello Tesino, Cinte tesino, Pieve Tesino, Villa Agnedo, Ivano Fracena e Bieno. Per quanto riguarda la dimensione naturalistica, l'ecomuseo può vantare paesaggi alpini, disseminati di malghe, ricchi di sorgenti e di specie vegetali e animali anche molto rare[4] In seguito alla scissione del Tesino, che ha fondato l'Ecomuseo del Tesino terra di viaggiatori, si è creato nel 2012 l'Ecomuseo della Valsugana, che viene ufficialmente riconosciuto dalla Provincia Autonoma di Trento con delibera di giunta nº 2260 del 19 ottobre 2012, che lo ha compreso nella Rete degli Ecomusei del Trentino.
Nel 1914, allo scoppio della prima guerra mondiale, la valle fu interessata dagli scontri tra l'esercito italiano e austro-ungarico, tanto che ancora oggi non è raro imbattersi in cimeli storici dell'epoca. Negli anni '60 venne costruita la stalla e poi anche il rifugio.