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CASTELROTTO |
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Il piccolo borgo di Castelrotto merita senz'altro una visita: da sopra la collinetta su cui si erge la chiesa ottocentesca di Sant'Ulderico con il suo campanile una meravigliosa vista spazia sulla bassa Valpolicella Classica e i suoi dintorni.Il centro storico di Castelrotto si presenta ben conservato: il paese è sorto intorno ad un antico castello, del quale rimangono però, purtroppo, solo poche rovine.
Da qui potrete godere di un panorama unico su vigneti, quelli che hanno reso le cantine della Valpolicella rinomate in tutto il mondo, uliveti e ville venete circondate da alti cipressi.
Da qui potrete godere di un panorama unico su vigneti, quelli che hanno reso le cantine della Valpolicella rinomate in tutto il mondo, uliveti e ville venete circondate da alti cipressi.
LA PIEVE DI SAN FLORIANO
Uno fra gli edifici religiosi degni di menzione (e anche sicuramente di una visita) di tutta la provincia di Verona è certamente la secolare Pieve di San Floriano.
La chiesa che si ammira oggi, edificata sui resti di un antico cimitero romano, risale al periodo romanico (XI-XII sec.), ma vi sono fonti che narrano della presenza di una pieve longobarda nello stesso luogo già nell'anno 905.
Svariati lavori di restauro sono stati eseguiti nel corso dei secoli, soprattutto nel Quattrocento e nel Settecento nella parte interna, causando la progressiva scomparsa del suo carattere romanico con il passare del tempo.
Solo restauri avvenuti negli ultimi cento anni, necessari per ridare solidità alla chiesa quasi fatiscente e ormai sull'orlo della rovina, hanno riportato alla luce le caratteristiche originarie del periodo romanico.
All'esterno, la pieve presenta una facciata realizzata interamente in tufo e ancora quasi del tutto integra; solo l'occhio centrale e le due finestre laterali vi sono stati aggiunti in un periodo successivo.
Particolare è la torre campanaria che si trova sul lato settentrionale della chiesa: il basamento è in pietra chiara, mentre il resto della torre si sviluppa in altezza a file alternate di conci di tufo e cotto, per terminare con il solo cotto al livello della cella campanaria.
Per questo l'aspetto del campanile assume un vivace color rosso mattone, soprattutto quando il sole sta per tramontare sulla Valpolicella durante le limpide giornate invernali.
L'interno, a tre navate, è diviso da pilastri alternati a colonne, che si concludevano molto probabilmente in tre absidi, com’è ancora ben visibile in diverse chiese veronesi della stessa epoca e della stessa tipologia, una fra tutte la Basilica di San Zeno a Verona.
Purtroppo le absidi originali non esistono più, poichè furono distrutte per fare spazio a quelle che vediamo ancora oggi.
La chiesa che si ammira oggi, edificata sui resti di un antico cimitero romano, risale al periodo romanico (XI-XII sec.), ma vi sono fonti che narrano della presenza di una pieve longobarda nello stesso luogo già nell'anno 905.
Svariati lavori di restauro sono stati eseguiti nel corso dei secoli, soprattutto nel Quattrocento e nel Settecento nella parte interna, causando la progressiva scomparsa del suo carattere romanico con il passare del tempo.
Solo restauri avvenuti negli ultimi cento anni, necessari per ridare solidità alla chiesa quasi fatiscente e ormai sull'orlo della rovina, hanno riportato alla luce le caratteristiche originarie del periodo romanico.
All'esterno, la pieve presenta una facciata realizzata interamente in tufo e ancora quasi del tutto integra; solo l'occhio centrale e le due finestre laterali vi sono stati aggiunti in un periodo successivo.
Particolare è la torre campanaria che si trova sul lato settentrionale della chiesa: il basamento è in pietra chiara, mentre il resto della torre si sviluppa in altezza a file alternate di conci di tufo e cotto, per terminare con il solo cotto al livello della cella campanaria.
Per questo l'aspetto del campanile assume un vivace color rosso mattone, soprattutto quando il sole sta per tramontare sulla Valpolicella durante le limpide giornate invernali.
L'interno, a tre navate, è diviso da pilastri alternati a colonne, che si concludevano molto probabilmente in tre absidi, com’è ancora ben visibile in diverse chiese veronesi della stessa epoca e della stessa tipologia, una fra tutte la Basilica di San Zeno a Verona.
Purtroppo le absidi originali non esistono più, poichè furono distrutte per fare spazio a quelle che vediamo ancora oggi.
MARANO DI VALPOLICELLA-STORIA
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