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Un giro alla portata di tutti con partenza da Soave in cui non poteva mancare la visita al suo castello medioevale (durata circa 40 minuti) e poi affrontiamo prima in lieve discesa e poi in lieve salita il sentiero dei 10 Capitelli quasi tutto in battuto di cemento. Ci sposteremo quindi a Fittà dove faremo la sosta pranzo a sacco o in una struttura convenzionata (serve la prenotazione). Ripartiamo quindi con direzione sud per altro sentiero che si sviluppa tutto in modesta discesa fino a Soave da dove siamo partiti.
CARATTERISTICHE:
DIFFICOLTA': facile/media;
DISLIVELLO ATTIVO: 500m -
LUNGHEZZA: 14,50 km -
DURATA: 4 ore e 30 minuti
CARATTERISTICHE:
DIFFICOLTA': facile/media;
DISLIVELLO ATTIVO: 500m -
LUNGHEZZA: 14,50 km -
DURATA: 4 ore e 30 minuti
Passeggiare tra le vestigia dell'antico vissuto di popoli così vicini ma allo stesso tempo lontani da noi mi ha sempre riempito d'emozione. Le strade che noi solchiamo ora con tanta facilità vennero affrontate da popolani, soldati, banditi, nobili e sant'uomini la cui aspettativa era spesso quella di arrivare al giorno successivo. Le grandi opere turrite, i grandi palazzi erano solo la manifestazione del potere, detenuto soggiogando i troppi che lavoravano e morivano per la gloria di pochissimi. Per le antiche stradine della cittadina ci portiamo al primo bar dove la modernità prende il sopravvento con la pausa caffè. Poi saliamo al castello per la dura salita, non l'unica , della giornata. Una guida ci regala brandelli di storia scaligera del Castello, originario del X° secolo. Esso fu dapprima dei Sambonifacio poi nel '200 cambiò proprietario per ben quattro volte (Ezzelino da Romano, la fam. Greppi, i Sambonifacio di nuovo ed infine gli Scaligeri che lo tennero fino alla caduta della dinastia sul finire del XIV° sec. In pochi anni la maestosa rocca divenne dei milanesi Visconti, dei da Carrara (signori di Padova) ed infine passò alla Serenissima Repubblica Veneziana che lo tenne, con qualche burrascoso intermezzo, fino al 1696. Per quasi duecento anni poi, a seguito della vendita del castello all'incanto da parte dei Veneziani, la rocca divenne una fattoria. Nel 1889 il lungo abbandono finì grazie al paziente restauro dei proprietari, la fam. Camuzzoni che tuttora lo abita (una parte) e ne è proprietaria. Usciti dal Castello ci apprestiamo ad iniziare dunque la nostra escursione, soffermandoci prima però all'antico ponte levatoio ed avviandoci per la strada detta dei 10 capitelli, per ovvi motivi. Per meglio descrivere questo ed altri itinerari della zona ecco un link esaustivo http://www.soaveturismo.it/esplora-il-territorio/percorsi/
Tra viti, stradine in ghiaia e cemento, panorami bucolici rilassanti in un timido ma già caldo sole arriviamo a Fittà, piccolo paesino situato a poco meno di 300 m. d'altezza. Abbiamo già disceso e risalito svariate volte le colline girando attorno a monti minori ma prodromi comunque di ben altre fatiche e ci fermiamo a desinare alla Trattoria sociale 5 pani e due pesci, parte del progetto più ampio della Cooperativa Sociale Multiforme onlus. Dopo un leggero ma gustoso antipasto un ottimo risotto al tartufo ed altre specialità locali saziano la nostra fame e la nostra sete (di rosso et bianco succo di vite empita). Riprendiamo il giro riscendendo verso Soave tramite un sentiero seminascosto in una vegetazione quasi lacustre per la presenza di alcuni bambù. con qualche sali-scendi ritorniamo a Soave per la porta vicentina, ripassando e meglio rimirando alcuni scorci della cittadina medievale (ormai solo nelle mura ed in qualche palazzo, comunque ottimamente conservati). Un bicchiere del famoso Soave chiude una giornata assolutamente perfetta.
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Alcuni link per saperne di più su luoghi e persone....