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Gardolo |
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La consapevolezza di vivere in un luogo disseminato di tracce affascinanti, legate ad un paesaggio modificato dalle attività umane connesse all'arte mineraria, nasce spontaneamente frequentando la zona che da Trento sale verso il Monte Calisio e proseguendo verso Civezzano, Fornace ed Albiano. Il filo conduttore di questi luoghi passa proprio attraverso l'antico distretto minerario delle miniere medioevali d'argento, le cave della pietra, chiamata dai geologi Ammonitico rosso, le calcàre e l'area del porfido, il più importante distretto estrattivo della regione. La presenza di segni evidenti e numerosi, come quelli che compongono il paesaggio dei canopi, stimola l'interesse di conoscere di più questa zona in cui si condensano fasi importanti della nostra storia. Il territorio che definisce i confini dell’Ecomuseo dell'Argentario è compreso tra i Comuni di Civezzano, Trento (Circoscrizioni di Meano e Argentario), Fornace e Albiano; dal punto di vista geografico è delimitato ad ovest dal fiume Adige, a nord dalla Valle di Cembra e dal Fersina, ad est dal Rio Silla con i laghi di Lases e Valle e a sud dal Torrente Fersina. L'Ecomuseo racchiude al suo interno un territorio fortemente antropizzato, largamente modificato dall'attività dell'uomo sin da tempi antichissimi. La particolare conformazione geologica del Calisio ha condotto sulle proprie pendici schiere di minatori e cavatori che hanno dato vita ad una epopea mineraria lunga mille anni. L'estrazione della Pietra Rossa di Trento, dell'Argento, della Barite e del Porfido, ha cambiato il volto di questa montagna, generando in alcuni casi ambienti particolari e suggestivi.
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