Partiti , con discreto ritardo sulla tabella di marcia, da Ravina, di fronte al bar Agorà dove sorbiamo il caffè, risaliamo l'antica strada, ora asfaltata ed in verità, assai trafficata, giungendo in breve in fronte alla Torre dell'Orco o di Ravina. Aspettandoci la guida alla Villa Margon, affrettiamo il passo sulla strada, asfaltata ed ahimè, assai trafficata nonostante l'amenità e la posizione settimanale. Dopo circa un'oretta di cammino, inframezzato da qualche sosta per spiegazioni storico-didascaliche, arriviamo alla villa in giusto orario, dopo circa un'ora dalla partenza. Dopo la esauriente ed interessante disgressione tra la commistione architettonica e stilistica degli affreschi e delle suppellettili di Villa Margon, ne scendiamo il prato sottostante e tagliamo per la parte del vigneto fino ad immetterci nella strada poc'anzi percorsa in salita. Ci spostiamo poi decisamente nel bosco e, tra resti e stoll risalenti alla prima guerra mondiale, scendiamo verso Romagnano. Qui sembra di tornare indietro nel tempo (se non fossero le macchine parcheggiate e che passano per le strette stradine) di qualche decennio. Dopo una breve visita a Santa Brigida, la chiesa del borgo, scendiamo verso la piazza ed iniziamo il percorso verso il punto del desinare. Due passanti, gentilmente, ci informano che il sentiero per arrivare al Mas de la Fam, ristorante dove abbiamo prenotato il pranzo, si perde poi nello scosceso bosco e si decide quindi di scendere sulla strada sottostante per breve tratto fino all'arco ed alla brevissima ma ardua salita che porta al ristorante. Ottima l'accoglienza ed ancor più la cucina del sig. Luca e dei suoi collaboratori (abbiamo apprezzato particolarmente il vino della casa, una bottiglia bordolese imbottigliata da una cantina locale appositamente con le uve del Maso) ripaga della fatica e ci offre un momento di condivisione rilassante e coinvolgente. Dopo l'effettuazione dei conti (grazie al sig. Luca per la pazienza e per il cicchetto di arrivederci...) riprendiamo la nostra camminata decidendo di tagliare per i campi verso Ravina, sbucando poco sopra la Torre dell'Orco e chiudendo così il giro ad anello.
Info Tecniche: 15,7 chilometri percorsi in 6 ore e 45 (comprensive comunque di sosta pranzo) sui 510 m. di dislivello complessivi, in una giornata fredda all'inizio ma che, pur rimanendo bigia , si è rivelata tiepida, sempre restando nell'ambito invernale. Ottima compagnia di 10 persone con molti volti nuovi.
Info Tecniche: 15,7 chilometri percorsi in 6 ore e 45 (comprensive comunque di sosta pranzo) sui 510 m. di dislivello complessivi, in una giornata fredda all'inizio ma che, pur rimanendo bigia , si è rivelata tiepida, sempre restando nell'ambito invernale. Ottima compagnia di 10 persone con molti volti nuovi.
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RAVINA
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VILLA MARGON
Villa Margon è una delle più importanti residenze signorili costruite nel Cinquecento nelle vicinanze di Trento. La villa, sorta in località Margon alle pendici del Monte Bondone (m. 452), fu edificata verso il 1540-50 per iniziativa della famiglia di origine veneta Basso. Dopo l’estinzione dei Basso nel 1596, la villa appartenne ad antiche e nobili famiglie, tra le quali i Fugger, i Lodron, i Lupis e i Salvadori che la tennero fino al 1970. Dimora estiva nobiliare e luogo di villeggiatura, la residenza sorge in un paesaggio di rara bellezza ed è immersa in un grande parco di circa 135 ettari. Attualmente il complesso è di proprietà della famiglia Lunelli. Si tratta di un edificio residenziale a pianta rettangolare. Il portico è sormontato da eleganti loggiati ispirati alle ville veronesi del Rinascimento. La loggia è affrescata con rappresentazioni di prese di città. L’interno si articola in una serie di sale affrescate da importanti cicli pittorici che rappresentano documenti preziosi della pittura del Cinquecento in Trentino. Si tratta degli affreschi relativi alla vita e alle gesta dell’imperatore Carlo V, che si vuole sia stato ospite della villa, di scene del Vecchio e del Nuovo Testamento e di un ciclo dei Mesi. Le decorazioni sono opera di un’equipe di artisti operanti tra il 1556 e il 1566. La villa conserva inoltre un interessante e prezioso arredo. Affiancano la villa la casa merlata con "toresela", ampliata nell’Ottocento, la Cappelletta della Natività di Maria Vergine, rifabbricata in neogotico dall’architetto Masera nel 1867 su quella preesistente del Cinquecento, il giardino all’inglese e l’annesso parco. L'interno si articola in una serie di ampie sale riccamente arredate e decorate. Il salone centrale presenta, in dodici riquadri, le principali imprese militari dell'imperatore Carlo V tra le quali la battaglia di Pavia con la cattura di Francesco I nel 1515 e la vittoria sui Protestanti nel 1547. Dal salone centrale si accede alle quattro sale laterali, due a sinistra e due a destra. A sinistra si entra in una sala quadrata con soffitto a cassettoni che presenta pareti affrescate con dodici scene dell'Antico Testamento. Tra le altre, l'affresco dedicato alla Torre di Babele e quello dedicato ad un episodio delle Storie della vita di San Giuseppe. La seconda sala, collegata con la precedente e il salone centrale, propone dodici riquadri affrescati con scene del Nuovo Testamento. Tra gli altri, la Moltiplicazione dei pani e l'incontro di Gesù con la Samaritana. Al centro della sala una copia marmorea della scultura di Amore e Psiche di Antonio Canova. Alla destra del salone principale, la sala da pranzo. La sala presenta pareti decorate da un ciclo di affreschi che rappresentano i dodici mesi dell'anno. Protagonista degli affreschi dei mesi è l'ambiente naturale circostante. La seconda sala sulla destra del salone d'ingresso è la sala del biliardo che ospita una raccolta di vedute di Villa Margone. Il primo piano ricalca l'impianto sottostante. Un grande salone centrale, che si apre sul loggiato, e quattro stanze laterali.
Bibliografia: Michelangelo Lupo - Julian Kliemann, Villa Margone a Trento e il ciclo affrescato delle vittorie di Carlo, Trento 1983
Bibliografia: Michelangelo Lupo - Julian Kliemann, Villa Margone a Trento e il ciclo affrescato delle vittorie di Carlo, Trento 1983
Nota: le foto seguenti sono liberamente rintracciabili su internet e sono riportate in questa pagina per solo diritto di visione. Il nostro gruppo non ha potuto fare foto, se non all'esterno.
ROMAGNANO e IL FORTE
Il forte la cui denominazione ufficiale era "Werk Romagnano" si trova poco sopra il paese omonimo sulla sponda destra del fiume Adige, a sud di Trento. Casamatta in pietra calcarea squadrata su due piani, aveva la forma di un triangolo isoscele; un fossato proteggeva l'ingresso. Fu oggetto di diversi ammodernamenti che videro l’aggiungersi di nuovi armamenti, di uno scudo in pietra ad arco e di un muro di circa due metri di altezza contro i proiettili da terra. Assieme al gruppo di Mattarello serviva da sbarramento alla Valle dell'Adige. Attualmente è adibita ad abitazione privata.
Armamento: 2 obici da 15 cm in cupole corazzate girevoli; 4 cannoni da 12 cm in casamatte corazzate, 11 mitragliatrici. Guarnigione: 4 ufficiali e 148 soldati.
Armamento: 2 obici da 15 cm in cupole corazzate girevoli; 4 cannoni da 12 cm in casamatte corazzate, 11 mitragliatrici. Guarnigione: 4 ufficiali e 148 soldati.
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MAS DE LA FAM
TORRE DELL'ORCO
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