Da Polsa (1195), quasi deserta fuori stagione ma con il bar stranamente e provvidenzialmente aperto, ci dirigiamo sulla strada appena percorsa per salire da Brentonico, tagliando qualche curva. Tramite asfalto arriviamo all'entrata del Camping Polsa, dove troviamo anche un bar attivo (ma abbiamo appena consumato la colazione). Proseguendo sulla strada in ghiaia per la Malga Montagnola deviamo al bivio verso destra e continuiamo a salire in maniera regolare fino a quota 1505 (passiamo davanti a Malga Vignola). La vegetazione è rada, almeno lungo la strada e, arrivati in quota, troviamo i resti di alcuni baraccamenti. Saliamo dunque al Vignola (1606) per sentiero stretto e visitiamo i resti delle cupole e delle postazioni esistenti sul Monte. Il panorama è stupendo, anche se la nebbia lo oscura di tanto in tanto. Scendiamo e poi proseguiamo verso le Colme di Vignola (1583, in leggera salita) e poi risaliamo per la suggestiva strada con gallerie che ci addentra sotto e sulla cima del Corno della Paura. Qui ammiriamo solo le rovine e le postazioni in caverna costruite sulla cima poichè la nebbia non ci fa vedere il fondovalle. Una breve pioggia ci fa scappare dalla cima ma smette subito. Un'ora e torniamo al parcheggio della Polsa per comoda strada forestale.
Info tecniche: Lunghezza 17 km., fatti in 6 ore, 830 m. di dislivello . Valutazione E/F
Info tecniche: Lunghezza 17 km., fatti in 6 ore, 830 m. di dislivello . Valutazione E/F
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In quest’area si ritrovano le tracce di un fenomeno tipico dell'intero fronte lagarino: resti di opere difensive che gli austro-ungarici progettarono e cominciarono a realizzare ma che non riuscirono a completare a causa dell'arretramento precauzionale delle linee a inizio conflitto.
Il monte Vignola avrebbe dovuto infatti ospitare un forte della cintura fortificata della Vallagarina che dal Baldo avrebbe dovuto arrivare fino al Pasubio. Di fatto l'Impero austro-ungarico non riuscì a dare corso a questi progetti e nel 1915 le linee vennero fatte arretrare permettendo una rapida avanzata italiana.
Una volta giunti sulla vetta di questa montagna capirete perché fu scelta dal Genio imperiale come sede di un forte. Lo sguardo spazia dal Pasubio alle Piccole Dolomiti, ai Lessini e persino al Garda, l'Adamello, la Presanella, il Brenta. Ma più interessante ancora è vedere come si possa osservare l'intero corso della Vallagarina e dell'Adige da nord a sud.
Il monte Vignola avrebbe dovuto infatti ospitare un forte della cintura fortificata della Vallagarina che dal Baldo avrebbe dovuto arrivare fino al Pasubio. Di fatto l'Impero austro-ungarico non riuscì a dare corso a questi progetti e nel 1915 le linee vennero fatte arretrare permettendo una rapida avanzata italiana.
Una volta giunti sulla vetta di questa montagna capirete perché fu scelta dal Genio imperiale come sede di un forte. Lo sguardo spazia dal Pasubio alle Piccole Dolomiti, ai Lessini e persino al Garda, l'Adamello, la Presanella, il Brenta. Ma più interessante ancora è vedere come si possa osservare l'intero corso della Vallagarina e dell'Adige da nord a sud.
Brentonico è nome di regione, non di paese, che comprende la Valle della Sorna. Tuttavia, per ragioni logistiche e amministrative, è invalso l'uso di chiamare Brentonico il centro amministrativo, già politico e religioso. E' probabilmente toponimo prelatino di cui si è perduto il significato tanto che da tempo si è preferita l'etimologia popolare della "brenta" (e tale è lo stemma dei comune) per indicare la forma, a catino, della Valle della Sorna.
Gli altipiani e i dossi della Valle della Sorna erano popolati fin dalla preistoria e durante l'etá imperiale sono documentati abitati posti lungo la via Sarnorum. Tuttavia la colonizzazione intensiva di taluni luoghi, come Corné, sembra opera medievale avvenuta in coincidenza della massima espansione della bonifica della montagna (XI-XII sec.).
Gli altipiani e i dossi della Valle della Sorna erano popolati fin dalla preistoria e durante l'etá imperiale sono documentati abitati posti lungo la via Sarnorum. Tuttavia la colonizzazione intensiva di taluni luoghi, come Corné, sembra opera medievale avvenuta in coincidenza della massima espansione della bonifica della montagna (XI-XII sec.).